Potrà sembrare strano
ma domenica scorsa ho corso una “prima” in provincia di Bergamo.
Si tratta della non competitiva organizzata dagli Alpini e dall'AVIS
AIDO di Levate e denominata “Quater sallc coi rane”. Non
che fosse una prima edizione - se non erro la manifestazione è
giunta alla sesta edizione - ma per vari motivi mi era sempre
sfuggita. Notizia di poco conto per trovare l'ispirazione per un
post, come anche poco interesse destava il percorso quasi tutto su
asfalto (molto gradito però, trattandosi di una giornata piovosa),
immerso nella campagna appena fuori Bergamo, sfiorando la zona
industriale di Dalmine. Campagna ora sfigurata da enormi cicatrici
che sono le varie nuove strade, superstrade ed autostrade. Sarà
forse la modernità che avanza, ma si può notare che molte strade
sono doppioni e fanno sì che le vecchie strade siano abbandonate a
se stesse... uhmmm, forse anche le nuove... Unica gradita sorpresa è
stato l'attraversamento del parco di Villa Zanchi, che ebbe notorietà
alla fine degli anni 40 perché fu set cinematografico per un film
con Amedeo Nazzari. 
Potrei accennare alla
sorpresa che Ferdinando ci ha fatto quando è spuntato dalla leggera
nebbia al primo chilometro correndo in senso contrario: arrivava da
casa sua ed ha poi fatto con noi tutto il percorso, lasciandoci verso
la fine per ritornare a casa. Niente male per uno che è infortunato!
Alla fine ha fatto pure qualche chilometro più di noi “sani”. 
Ripeto, troppo poco per
scrivere il post, infatti qui potrei chiuderlo. L'ispirazione per il
post mi è venuta a fine corsa, quando sulla via del ritorno siamo
passati davanti alla scuola elementare. Qui, agli inizi degli anni 70
Rossana, allora giovane maestra, iniziava la sua lunga strada nel
mondo dell'insegnamento. Ricorda ancora oggi l'esperienza di quegli
anni: esperienza molto positiva. La scuola era un ambiente “vivo”
e perfettamente integrato nel tessuto del paese. Bastano pochi
esempi: servivano dei bulbi o delle piantine per le piccole aiuole
preparate dagli alunni nel giardino della scuola? Bastava recarsi dal
fiorista locale per averlo. Per il pagamento? Nessun problema:
l'amministrazione comunale avrebbe provveduto al più presto. Serviva
un aiuto per ciclostilare un giornalino di classe? Il vigile del
paese veniva prontamente a scuola per aiutare gli insegnanti. Per non
parlare della disponibilità degli abitanti a collaborare con le
iniziative scolastiche: i “giochi della gioventù”, al campo
sportivo, coinvolgevano buona parte del paese; i proprietari delle
cascine dei dintorni accoglievano con cordialità e disponibilità le
classi che si recavano a vedere e a chiedere informazioni sui loro
animali. E questo molti anni prima che prendessero piede le moderne
“fattorie didattiche. Certo, piccoli esempi, ma che danno e hanno
un senso: la scuola era vissuta come il mezzo offerto ai propri figli
per potersi emancipare. Gli stessi alunni erano motivati ed
incentivati a fare bene. In un ambiente così potevano forse le
maestre essere da meno? Certo che no! Allora la “buona scuola”
non era uno slogan, era la normalità! 
![]()  | 
| Anno scolastico 1973/1974 Classe 1a B - Levate | 
Chissà se qualche
ex-alunno della maestra Rossana, ritratto nella foto, domenica era
lungo il percorso...


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