mercoledì 29 gennaio 2014

Merci, mon ami!

Appena sentita questa frase colta al volo, durante la maratona di Marrakech, per la particolare situazione in cui è stata pronunciata ho subito deciso che sarebbe stata il titolo del post riguardante la maratona corsa nell'omonima città. Subito risolto il problema del titolo, ancor prima di stabilire i contenuti del post. Qualcuno con questa premessa potrebbe dire che le maratone oltre alle gambe fanno male anche alla … testa. Ma se avrete la pazienza di leggere questo post fino alla fine capirete che il titolo ben si addice al contenuto e rispecchia molto bene lo spirito di questa maratona, almeno lo spirito che io ho trovato in questa mia prima gara in terra africana.

La partecipazione a questa gara, per la sua logistica, era stata decisa da un paio di mesi, per cui problemi fisici una settimana prima potevano “mandare tutto all'aria”. Qualche seduta dal mio personale “massaggiatore/psicologo” ha rimesso le cose a posto, per cui, anche se non in perfetta forma, si parte... ci saranno un paio di giorni per eventuali ripensamenti sulla partecipazione alla gara.
Le premesse per la defezione, anche all'ultimo momento, ci sono tutte. La consegna dei pettorali di gara è veloce e senza problemi. Pacco gara consistente in una maglietta, nessun gadget “che fa peso & volume” come da noi. Chiedo alla nostra guida di

Ehi Claudio, il fotografo è davanti!
Runners Bergamo in trasferta
informarsi sulle modalità di “raccolta” di eventuali atleti ritirati. La risposta avuta mi preoccupa un po': “Basta seguire le frecce in senso inverso, camminando però sul marciapiede e raggiungere il luogo di partenza. Al limite può prendere un taxi!”. Questa risposta prevede due considerazioni. La prima: non è previsto un servizio scopa; la seconda: le strade non sono chiuse al traffico e... ,visto come guidano da queste parti, è un bel problema. Per fare un paragone diciamo che la guida del traffico di Marrakech sta alla guida di Napoli, come il traffico di Napoli sta al traffico di Bergamo!



Ecco il giorno della gara. I dubbi per la partecipazione non mi hanno ancora abbandonato del tutto. Durante il tragitto verso la linea di partenza “vedo” una buona notizia: in lontananza un “bel” furgoncino per il recupero di atleti ritirati. Bene! Si parte, è deciso! Siamo schierati sulla linea di partenza e una seconda buona notizia mi “solleva da terra”. Sento prima, prima di vederlo, Adriano; con la sua presenza la certezza di raggiungere il traguardo è al 100%. I miei piedi ora non toccano più la strada; solo ora mi accorgo che il motivo non è la notizia, ma la … presa di Adriano che mi ha sollevato di peso!
Appena partiti i miei dubbi sulla presenza del traffico sul percorso della maratona sono completamente fugati: tutto il percorso è presidiato da forze di polizia ed esercito, non una presenza sporadica, ma sempre costante e massiccia, diciamo ogni cento metri ed a tutti gli incroci! Non solo non passavano le auto, ma anche le biciclette e pedoni non potevano stare sulla strada!
Ristori regolari e spartani: acqua, datteri ed uvette, negli ultimi anche mandarini. Tutto normale, si potrebbe dire. Quello che mi ha particolarmente e favorevolmente colpito è stata la forma: datteri ed uvette in porzioni singole e messe in sacchetti di plastica chiusi; mandarini interi, buccia compresa. Igiene rispettata al massimo. Mi sono venuti in mente ristori di maratone italiane dove erano presenti sui tavoli pezzi di banane sbucciate, mele a fette e uvette sparse... il tutto sotto un bel sole. Lascio alla fantasia del lettore immagini e commenti.

La corsa prosegue regolare: La prima metà della gara è corsa nella periferia della città con pubblico ai lati della strada festante e con i bambini che porgono gioiosi il “cinque”. Verso metà gara ci ricongiungiamo con gli atleti della mezza per un breve tratto in comune. Un atleta getta per terra un sacchettino con datteri ed uvette. Subito alcuni bambini, sfidando un burbero poliziotto, si avventano sul sacchetto. È un piccolo dono che allieta la loro mattinata.
Al ristoro successivo faccio incetta di sacchettini, ne prendo almeno cinque! No, no, nessuna crisi di fame. Saranno il mio modo di ringraziare i ragazzini per il tifo che stanno facendo.
Ora la maratona si allontana dalla città e si dirige verso il palmeto che avevamo visitato il giorno prima. Qui a poche decine di metri coabitano due realtà completamente diverse. La prima consiste nella presenza di famiglie che vivono in case fatte di fango e paglia. Ecco sulla strada alcuni bambini, abitanti in quelle case, che tendono la mano per dare il cinque.

Bambini in primo piano, sullo sfondo le loro abitazioni
Ecco la mia mano che oltre al cinque dà loro anche il piccolo dono. Mentre mi allontano sento la voce di quello che potrebbe essere il padre o il fratello maggiore che mi dice: “Merci, mon ami!”. Altri ristori, stesso rituale. Dentro di me risuona sempre quella frase. Credo di non aver mai ricevuto un incitamento più gratificante in tutte le maratone corse. Come dicevo prima, due realtà: accanto alle case di paglia sorgono lussuose villette immerse nel palmeto ed alberghi ai bordi dei campi da golf. È qui l'unica cosa stonata in tutta la maratona. Mentre prima era serrato e ferreo il controllo sul traffico: neppure i pedoni potevano transitare sulla strada dove correvano i maratoneti, qui, incuranti degli atleti, sfrecciano veloci potenti auto e suv. È solo per qualche centinaio di metri, ma è sufficiente per capire che tutto il mondo è paese!
Ora ci dirigiamo verso il centro... miei ultimi chilometri. Adriano è ancora lontano!
Prima del traguardo incontro Fausto, lui ha già terminato. Poche decine di metri ed anche la mia gara è terminata. Oggi sono secondo!

Grazie di tutto, amici miei!
Give me five!
 Foto Fausto Dellapiana 2014


3 commenti:

  1. Grazie Fausto per questa bella cronaca, non sono una Maratoneta Strong come Voi, ma anch'io ho qualche esperienza e condivido quanto hai espresso, sono felice di aver percorso la mia prima Mezza Maratona in Terra Africana, grazie ancora un abbraccio e...à la prochaine!!!

    RispondiElimina
  2. Bonjour,
    Merci et mille mercis pour tous ce que vous avez apprécié sur le Marathon International de Marrakech.
    touts nos félicitations d'avoir terminé votre course.
    A la prochaine édition du 25 Janvier 2015.
    Mr Ghanane

    RispondiElimina
  3. Nous tenons à vous remercier pour ce beau et sympathique récit qui est une véritable reconnaissance pour l’équipe d’organisation et aussi pour Ies habitants de Marrakech qui offrent un accueil chaleureux et sincères à tous les coureurs.
    Un « GRAND MERCI » pour tout ça « MON AMI » ! nous aurons toujours du plaisir à vous accueillir à Marrakech.

    Bien sportivement
    Françoise CHANTELOUP / ESCAPADES

    RispondiElimina