La “Stracolognola”,
una delle più longeve non competitive che si disputano a Bergamo,
quest'anno ha cambiato percorso. Vari sono i motivi che hanno reso
quasi obbligatorio il cambio; il più importante è stato quello di
assicurare che la gara si svolgesse nella più assoluta sicurezza per
i partecipanti! Quello della sicurezza è per molti organizzatori un
motivo molte volte messo in secondo piano, privilegiando quella che a
loro dire è la “spettacolarità” del percorso. Ecco quindi che
molte volte si preferisce far passare la gara su strade trafficate
per far ammirare un luogo particolare (che ne so... una chiesa in cui
è custodito un dipinto di Lorenzo Lotto), oppure obbligare i
partecipanti a percorrere sentieri fangosi, impervi e … “maledetti”
(dai corridori) per evitare l'asfalto, non importa se la strada
asfaltata corre a pochi metri dal sentiero ed è praticamente senza
traffico. Sembra quasi che rendere difficoltose le cose semplici sia
un valore aggiunto alla corsa. Spesso si dimentica che alle non
competitive partecipano persone anziane o famiglie con bambini
piccoli. 
Per quanto riguarda poi l'aspetto “turistico” che si vuol dare alla corsa, non ho mai visto nessuno (beh, diciamo solo podisti che si possono contare sul dito di una mano) fermarsi ad ammirare il paesaggio. Come dicevo all'inizio, percorso variato quest'anno. Per la verità il “cambio di percorso” alla Stracolognola era già stato fatto alcuni anni fa, ma allora il motivo era per evitare alcuni tratti particolarmente fangosi! Se si potesse osservare dall'alto il nuovo tracciato credo che assomiglierebbe ad un “merletto di pizzo antico”. La fanno da padrone le curve: in pratica non si è mai perso di vista il campanile della chiesa! Ho apprezzato molto il nuovo tracciato, che oltretutto ha fatto “risparmiare” personale lungo il percorso, in quanto prevedeva il passaggio degli atleti più volte lungo le stesse strade.
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Non mi dilungo a descrivere il tracciato che si snodava nella parte sud di Bergamo, “tra l'antico ed il moderno”! “Antico” il Santuario della Madonna dei campi, “vecchie” le ultime cascine rimaste operative, “moderno” il Chilometro rosso.
Come sempre, gara fatta
in compagnia della Pecora Nera Fausto … lo “Zio”, come
viene spesso chiamato da Giacomo (il … “Birra Media”), corsa ai nostri 
ritmi (come direbbe la figlia del camionista nella
pubblicità di un noto sugo: “...lenta lenta!”). Il fatto
di correre lentamente ha i suoi vantaggi: si possono osservare meglio
le cose. Ad un tratto vedo Fausto prima rallentare poi fermarsi.
Nessun problema fisico, ha solo riconosciuto la vecchia scuola
elementare da lui frequentata quando era un bambino. In quei tempi
era ospite di una zia e quindi … nipote! Ricordare quei
tempi: classi rigorosamente divise per sesso, alla sera si mangiava
quello che c'era in tavola, un'arancia era un lusso... etc. etc. ci
ha fatto raggiungere senza accorgerci al traguardo.
Un grazie a Ivano,
ideatore del nuovo tracciato, che oltre a farci correre in sicurezza
ci ha fatto fare un ... passo nel secolo scorso!
Ho riletto i post
scritti negli anni scorsi riguardanti la corsa di Colognola: se
dovessi scrivere un libro li metterei tutti nella sezione “Ricordi
del passato”
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2014 – 28
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