Nessuna
traccia dell'amico. Parto quindi in compagnia di Fausto e di Dario...
il “Mao”. Siamo tutti acciaccati, cosa abbastanza normale vista
l'età, ma questo non ci impedisce di correre … lentamente la
nostra gara domenicale. Giornata ideale per correre: temperatura
fresca, percorso piacevole e compagnia ottima. Presto la nostra
compagnia diventa orfana di Fausto che piano piano si allontana e
presto è solo un puntino all'orizzonte. Bene, vuol dire che i suoi
acciacchi se non migliorati almeno non sono peggiorati. Dopo poco
sento un sonoro “Ciao, come mai così piano?”. Ecco,
Alfonso ci ha raggiunti, il suo passo è veloce come sempre. Spero
che rallenti così avremmo occasione di parlare un po'. Argomenti per
chiacchierare ce ne sarebbero molti. Non è così. Dopo pochi metri
Alfonso è già lanciato verso il traguardo. Rallento... no, Mao, non
sto mollando, ho bisogno di un attimo di solitudine. Guardo il cielo,
guardo le nuvole in cielo, nuvole che sembrano formare un volto
conosciuto con uno sorriso sereno. Sarà la suggestione, ma ravviso
tra le nuvole un volto conosciuto, il volto di una persona con la
quale abbiamo condiviso molti momenti sereni. Ciao, Paola!
Ecco,
rimanere solo per qualche minuto e vedere Alfonso che si allontana
senza poter rivivere alcuni di quei momenti mi fanno riflettere: “Il
passato è passato!”.
Raggiungo
Mao e continuiamo la nostra corsa.
Come
dicevo all'inizio, il percorso è molto suggestivo: strade di
campagna in mezzo a campi coltivati, tratti lungo l'Adda e
sull'alzaia di canali ricchi di storia. Storia che racconta di
fabbriche e di padroni illuminati. Invito chi legge questo post e non
conosce la zona a prendersi un lasso di tempo per passeggiare lontano
dal traffico in queste zone. Sono sicuro che avrà piacevoli
sorprese.
Un ... bel ristoro! |
Verso
la fine un colpo di scena: io e Mao riusciamo a superare “ben”
due persone: marito e moglie. Siamo contenti: in fondo possiamo
considerarci ancora “atleti in forma”. Questo finché il marito,
dopo essere stato superato, ci avverte: “Attenzione, non
siete ancora arrivati!”. Ecco, la nostra sicurezza viene meno.
Corriamo gli ultimi chilometri con l'angoscia di essere superati!
Ecco il ponte prima del traguardo.
Ancora davanti, ormai la gara sta
per finire e noi ci sentiamo campioni! Scherzi a parte, ringrazio la
coppia, con la quale abbiamo avuto una scambio di parole dopo
l'arrivo, di essersi prestata con gioia a questo nostro modo di
interpretare le gare: correre sempre con il sorriso, senza nessun
obbligo verso il cronometro e, quando parliamo del tempo, intendiamo
quello meteorologico!
Forza, forza il traguardo è vicino. Alla prossima ... ragazzi! |
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