Domenica non avrei dovuto correre; sarebbe stata una buona cosa prendere una giornata di riposo dopo aver disputato la maratona di Verona solo una settimana fa. Anche per la “giornata internazionale contro la Violenza sulle donne” avevo già dato la mia adesione partecipando sabato alla camminata organizzata dai Podisti Insonni – vedi -. Quella della camminata è stata anche l'occasione non solo di rivedere e scambiare quattro chiacchiere con Fausto, compagno di tante maratone fatte con il gregge delle Pecore Nere, ma anche di ritrovare un “nuovo” Pietro che, anche se con “passo lento” (sua definizione), ha portato a termine una maratona, o per meglio dire “la Maratona”, infatti la gara in questione era quella di Atene. Cosa mi ha fatto cambiare idea? La notizia della protesta di una giovane studentessa iraniana, Ahou Daryaei, che, per protestare contro l'obbligo del velo imposto dalla polizia morale, ha camminato mezza nuda tra la folla ed è stata arrestata. Amnesty International ha chiesto il suo rilascio immediato, preoccupata che possa subire torture. Secondo le cronache più recenti, il ministro della Scienza, della Ricerca e della Tecnologia, Hossein Simai Saraf, ha svelato che la ragazza «non ha osservato l’obbligo sul velo e ha disturbi psichici». Ecco quindi la “necessità” di “organizzare” una corsa per avere “l'opportunità” di affrontare l'argomento. Due anni fa su un caso simile, ma con più gravi conseguenze - mi riferisco all'uccisione di Mahsa Amini - tutto il mondo accese i riflettori sulla condizione delle donne in Iran, ma a distanza di due anni quel riflettore si è spento, pur rimanendo la situazione della donne iraniane immutata. Ecco quindi spiegato il significato della mia Mezza. Giornata più grigia di quella di ieri, ma questo ha contribuito a rendere la temperatura di un paio di gradi più alta e, vista la mia andatura, è stato un buon vantaggio. Non vale la pena di dirlo, visto che ormai è un'abitudine, la gara anche questa vota l'ho vinta! Ok, corro da solo, ma per vincerla bisogna portarla a termine. Tempo finale 2h 45' 30”, che mi fa ritenere soddisfatto del risultato raggiunto.
Numero di pettorale 106, che corrisponde al numero di femminicidi avvenuti in Italia fino alla data del 24 novembre (fonte dati Osservatorio Nazionale Non una di Meno - vedi -). Se nel precedente post concludevo con la speranza di non avere pettorali, voglio sperare che sul pettorale della mia gara il prossimo anno ci sia il numero “ZERO”!
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