La nostra consueta
passeggiata del giovedì oggi ha avuto una meta del tutto nuova per
noi. Abbandonate le ciclabili della Valle Brembana e Seriana,
accantonato il sentiero lungo l'Adda carico di storia e di centrali,
meta di oggi il Lago di Endine. Era nostra intenzione percorrere la
ciclabile, di cui ci avevano dato notizie. Per la verità non abbiamo
trovato nessuna segnalazione (credevamo e sparavamo di trovare
indicazioni simili a quelle delle già citate ciclabili), per cui
abbiamo fatto un percorso “personale”: il giro del lago
costeggiandolo la sponda. Devo dire che è stato piacevole. Partenza
da Monasterolo e subito sul lungo lago su un sentiero ben tenuto e di
agevole percorrenza. Abbiamo subito trovato indicazioni riguardanti
il sentiero “BENessere”, il cui tracciato, secondo i cartelli,
effettua il giro del lago di Endine, per una lunghezza totale di 20,5
km. Noi abbiamo percorso il periplo, ma alla fine la distanza era
decisamente inferiore. Infatti il tracciato del percorso è
differente, in quanto ad un certo punto abbandona il lago per
attraversare paesi più in quota. Sicuramente non abbiamo visto
qualche segnavia... oppure non era presente, e di certo le
informazioni ricevute ci hanno fuorviato. Nessun problema: il giro
del lago lungo il sentiero “BENessere” è solo rinviato. Il
nostro periplo, come accennavo nelle righe precedenti, ha avuto la
costa del lago come fedele “segnavia”, per cui era impossibile
sbagliare percorso. A parte qualche decina di metri lungo la statale
42, il tracciato sulla sponda sinistra del lago è stato percorso su
sentiero: in alcuni tratti stretto e un po' dissestato, ma con erba
tagliata di recente. In altri tratti abbiamo camminato su comodi e
larghi sentieri lungolago, con alcuni passaggi abbastanza suggestivi.
La giornata decisamente primaverile ci ha permesso di osservare, non
solo il panorama, ma anche la flora e soprattutto la fauna. È stata
una piacevole esperienza notare le famiglie di alcuni uccelli
acquatici che solo di recente sono aumentate di numero: “mamma
folaga” intenta a dar da mangiare ai suoi pulcini ed il papà che
osservava impettito e pure orgoglioso della sua nidiata; “mamma
anatra” controllare impettita il riposino dei suoi piccoli. A far
da contraltare a questi nuovi arrivi, maestosi alberi secolari che
dispensavano ombra ed in alcuni casi fornivano pure un tetto ad
un'anatra intraprendente. Ritorno al punto di partenza sul lato
destro del lago, percorrendo la SP76, dalla quale si notava che vi
erano lavori in corso per la costruzione di un sentiero accanto al
bordo e lontano dall'asfalto e dal traffico (per la verità davvero
esiguo). Lavori che sembrano, secondo un abitante del posto con cui
ci siamo fermati a chiacchierare, fermi per “...mancanza di
fondi”.
Incontro inaspettato
lungo la strada: una pecora è venuta verso di noi belando
allegramente; forse aveva avuto notizia del passaggio di una “pecora
nera”...
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Il pasto delle folaghe... |
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... il riposo delle anatre |
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Occupazione! |
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©
Foto Rossana Azzola 2015
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