25 aprile 1945: da
allora sono passati 70 anni in cui abbiamo potuto godere della
libertà. Libertà ottenuta anche per l'estremo sacrificio di molti
che hanno dato la vita per questo bene supremo. Nel nostro camminare
lungo strade, sentieri, o semplicemente visitando città ci siamo
spesso imbattuti in lapidi che commemorano questi persone: giovani,
vecchi, uomini, donne, operai, intellettuali... si può dire che
questi lapidi ci hanno fatto rivivere più di una volta quello
spirito che molti ricordano solo il 25 aprile. Forse non hanno
compiuto gesti eroici; molti hanno solo vissuto la loro normalità;
per altri si è trattato solo di una sfortunata casualità, ma forse
sono proprio questi i motivi per i quali io li considero eroi.
25 aprile: alzabandiera a Treviolo
Diverse le modalità della loro morte: alcuni sono morti con le armi
in pugno combattendo; altri, una volta catturati, sono stati uccisi
barbaramente: i più “fortunati” sono stati fucilati e la morte è
giunta repentina; altri, impiccati, hanno visto la vita abbandonarli
piani piano. Anche mio papà, in quegli anni lontani, ha preso parte
alla resistenza e per questo oggi è ancora più importante, per me,
ricordare questa data.
Come gli scorsi anni,
abbiamo approfittato della giornata festiva per camminare. La
giornata con clima incerto ci ha consigliato di restare vicino a
casa. Dopo aver assistito alla commemorazione del 25 nel nostro
Comune, abbiamo proseguito per Dalmine, dove abbiamo incrociato
alcune vie che ricordano la giornata odierna. Nulla di particolare,
ma anche questo ha contribuito a mantenere vivo il senso della
camminata.
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