Ora
non è più così. La corsa è diventata per molti un modo per
mantenersi in forma, per altri uno sport e, come tutti gli sport, si
cercano i limiti al quale l'uomo può arrivare. Limiti ai quali in
ambiente sportivo viene dato il nome di “record”. Tutti conoscono
i record sulle varie distanze dell'atletica
che sono
codificate (es: 100 metri, 400 metri, maratona, etc.), per cui non mi
dilungo oltre.
Da qualche anno altre discipline sono entrate a far parte delle distanze codificate, distanze legate ad una specialità nuova, quella dell'ultramaratona, che comprende distanze superiori ai 42195m. In questi nuovi record, o forse sarebbe meglio definirle “migliori prestazioni”, si è aggiunto un nuovo concetto: non correre nel minor tempo una distanza determinata, ma correre una maggiore distanza in un determinato tempo.
Nel
2005 Serge
Girard
percorse la distanza di 19.097 chilometri, che separa Parigi da
Tokyo,
in 262 giorni e molti considerano questa data e questa distanza come
il primo record per la maggior distanza percorsa.
Nel
2006 Thirta
Kumar Phani,
indiano, corse 22.581,09 chilometri
dal 30 giugno 2006 al 29 giugno 2007. In questo caso si è introdotto
un nuovo elemento: il tempo, un anno. Ora chi avrebbe tentato un
nuovo record aveva un nuovo parametro oggettivo.
Attualmente
Serge
Girard
detiene
il record della maggiore distanza corsa da un uomo in un anno (dal 17
ottobre 2009 al 16 ottobre 2010): 27.011 chilometri. Il suo campo
gara sono state le strade d'Europa; infatti Serge ha toccato nella
sua performance ben 25 paesi europei.
Tempo
certo: un anno, ma distanza forse difficile da definire con
esattezza, ha corso su strada e quindi è molto difficile da definire
con esattezza. Certo qualcuno
potrebbe obiettare che qualche metro in più o in meno non inficiano
l'impresa dell'atleta transalpino. Qui sono d'accordo con voi, ma
ricordo che quando i Runners
Bergamo
organizzarono il campionato mondiale di 24 ore, la misurazione fatta
dai giudici era accurata fin alla terza cifra decimale del metro!
Una
lunga premessa per presentare una nuova avventura
dell'ultramaratoneta Lucio Bazzana, denominata “La
corsa dei 100 giorni”...
“performance
scientifico-sportiva individuale di corsa su pista”.
La corsa si pone come “obiettivi
medico-scentifici:
rilevazione
di dati circa le capacità umane di sopportazione di sollecitazioni
fisiche e mentali rilevanti protratte per lungo tempo.”
e come
“obiettivi
sportivi
raggiungimento
di un chilometraggio totale compreso fra i 9000 e i 10500”
(dal
sito: “Lacorsadei100giorni”).
In
questo ultimo caso Lucio ha chiuso il cerchio. Tempo definito: 100
giorni,
distanza certa: 400
metri
al giro.
Un
pazzo, un temerario, un precursore? Solo il tempo potrà dare
risposte a questo quesito. Quello che posso augurare a Lucio è che
il suo tentativo giunga a buon fine; conoscendo il “personaggio”
sono certo che saprà gestirsi per raggiungere il suo obiettivo,
perché credo che sia più importante, in questo tentativo, avere
“testa” che avere “gambe”!
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