venerdì 6 giugno 2014

Corri, uomo, corri!

Correre per gli uomini primitivi era indispensabile. Si doveva correre per procurarsi il cibo, per cui era necessario correre più veloci delle prede. Si doveva correre per non soccombere, per cui era necessario correre più veloci dei propri nemici. Insomma la corsa era indispensabile alla sopravvivenza.
Ora non è più così. La corsa è diventata per molti un modo per mantenersi in forma, per altri uno sport e, come tutti gli sport, si cercano i limiti al quale l'uomo può arrivare. Limiti ai quali in ambiente sportivo viene dato il nome di “record”. Tutti conoscono i record sulle varie distanze dell'atletica che sono codificate (es: 100 metri, 400 metri, maratona, etc.), per cui non mi dilungo oltre.

Da qualche anno altre discipline sono entrate a far parte delle distanze codificate, distanze legate ad una specialità nuova, quella dell'ultramaratona, che comprende distanze superiori ai 42195m. In questi nuovi record, o forse sarebbe meglio definirle “migliori prestazioni”, si è aggiunto un nuovo concetto: non correre nel minor tempo una distanza determinata, ma correre una maggiore distanza in un determinato tempo.
Nel 2005 Serge Girard percorse la distanza di 19.097 chilometri, che separa Parigi da Tokyo, in 262 giorni e molti considerano questa data e questa distanza come il primo record per la maggior distanza percorsa.
Nel 2006 Thirta Kumar Phani, indiano, corse 22.581,09 chilometri dal 30 giugno 2006 al 29 giugno 2007. In questo caso si è introdotto un nuovo elemento: il tempo, un anno. Ora chi avrebbe tentato un nuovo record aveva un nuovo parametro oggettivo.
Attualmente Serge Girard detiene il record della maggiore distanza corsa da un uomo in un anno (dal 17 ottobre 2009 al 16 ottobre 2010): 27.011 chilometri. Il suo campo gara sono state le strade d'Europa; infatti Serge ha toccato nella sua performance ben 25 paesi europei.
Tempo certo: un anno, ma distanza forse difficile da definire con esattezza, ha corso su strada e quindi è molto difficile da definire con esattezza. Certo qualcuno potrebbe obiettare che qualche metro in più o in meno non inficiano l'impresa dell'atleta transalpino. Qui sono d'accordo con voi, ma ricordo che quando i Runners Bergamo organizzarono il campionato mondiale di 24 ore, la misurazione fatta dai giudici era accurata fin alla terza cifra decimale del metro!
Una lunga premessa per presentare una nuova avventura dell'ultramaratoneta Lucio Bazzana, denominata “La corsa dei 100 giorni”... “performance scientifico-sportiva individuale di corsa su pista”. La corsa si pone come “obiettivi medico-scentifici: rilevazione di dati circa le capacità umane di sopportazione di sollecitazioni fisiche e mentali rilevanti protratte per lungo tempo.” e come “obiettivi sportivi raggiungimento di un chilometraggio totale compreso fra i 9000 e i 10500(dal sito: “Lacorsadei100giorni”).
In questo ultimo caso Lucio ha chiuso il cerchio. Tempo definito: 100 giorni, distanza certa: 400 metri al giro.

Un pazzo, un temerario, un precursore? Solo il tempo potrà dare risposte a questo quesito. Quello che posso augurare a Lucio è che il suo tentativo giunga a buon fine; conoscendo il “personaggio” sono certo che saprà gestirsi per raggiungere il suo obiettivo, perché credo che sia più importante, in questo tentativo, avere “testa” che avere “gambe”!
 
 
 
 

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