Ripeto, troppo poco per
scrivere il post, infatti qui potrei chiuderlo. L'ispirazione per il
post mi è venuta a fine corsa, quando sulla via del ritorno siamo
passati davanti alla scuola elementare. Qui, agli inizi degli anni 70
Rossana, allora giovane maestra, iniziava la sua lunga strada nel
mondo dell'insegnamento. Ricorda ancora oggi l'esperienza di quegli
anni: esperienza molto positiva. La scuola era un ambiente “vivo”
e perfettamente integrato nel tessuto del paese. Bastano pochi
esempi: servivano dei bulbi o delle piantine per le piccole aiuole
preparate dagli alunni nel giardino della scuola? Bastava recarsi dal
fiorista locale per averlo. Per il pagamento? Nessun problema:
l'amministrazione comunale avrebbe provveduto al più presto. Serviva
un aiuto per ciclostilare un giornalino di classe? Il vigile del
paese veniva prontamente a scuola per aiutare gli insegnanti. Per non
parlare della disponibilità degli abitanti a collaborare con le
iniziative scolastiche: i “giochi della gioventù”, al campo
sportivo, coinvolgevano buona parte del paese; i proprietari delle
cascine dei dintorni accoglievano con cordialità e disponibilità le
classi che si recavano a vedere e a chiedere informazioni sui loro
animali. E questo molti anni prima che prendessero piede le moderne
“fattorie didattiche. Certo, piccoli esempi, ma che danno e hanno
un senso: la scuola era vissuta come il mezzo offerto ai propri figli
per potersi emancipare. Gli stessi alunni erano motivati ed
incentivati a fare bene. In un ambiente così potevano forse le
maestre essere da meno? Certo che no! Allora la “buona scuola”
non era uno slogan, era la normalità!
Anno scolastico 1973/1974 Classe 1a B - Levate |
Chissà se qualche
ex-alunno della maestra Rossana, ritratto nella foto, domenica era
lungo il percorso...
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