sabato 22 marzo 2025

Ok, mi sono “fatto il blog”, ed ora?

Questo era l'incipit del primo post pubblicato nel marzo 2012 su questo blog. Sono passati tredici anni da allora. In mezzo una pandemia con relativo isolamento dovuto al “malo male” e … 798 post pubblicati. A questo punto credo che possa fare il … punto della situazione.

La partenza. Nel 2012 era la norma, per gli atleti, accedere il lunedì a dei siti ben definiti. In primis a Podisti.net. Numerosi erano gli scritti inviati dagli atleti che partecipavano alla varie manifestazioni, competitive e non, e venivano pubblicati regolarmente sul sito, per “dare voce alla base, ai partecipanti”, che descrivevano direttamente non solo le loro sensazioni ma lo stato reale di quanto riscontrato nella manifestazione. Per non parlare delle centinaia di foto che venivano regolarmente pubblicate nella sezione fotografica. Per il popolo delle lunghe un accesso fisso era al sito del Club Supermarathon.

Anche qui vi erano pubblicate esaurienti cronache di gare, ma il taglio delle cronache era più “turistico”; leggerle dava al lettore la sensazione di fare il cammino accanto all'autore. Per gli atleti del mio gruppo non poteva mancare la visita al sito dei Runners Bergamo. Si spaziava dalla cronaca con tempi, alimentazione, tenuta in gara e descrizione dettagliata del percorso ad articoli con una benevola “presa in giro” di atleti battuti. In quei tempi FB, seppure già attivo da diversi anni, non aveva preso ancora piede, Instagram, era ancora alle prime versioni e TikTok non era neppure nato, per cui la pubblicazione sui siti specializzati era la sola possibilità di “pubblicizzare” il proprio vissuto sportivo. A questi siti inviavo le mie cronache; in via del tutto saltuaria ai primi due, più sistematicamente al sito del mio gruppo. Decisi di fare il “mio” blog quando, per motivi non del tutto chiariti, non mi fu pubblicato un articolo, o meglio, lo avrebbero pubblicato tagliando dei pezzi (leggi atleti) dal testo. Articolo poi pubblicato qui – vedi -.

La corsa. Chi segue il blog sa che, pur avendo come argomento di fondo la corsa, o per essere più precisi il “muoversi” a piedi, questo non è quasi mai l'argomento principale del post e diventa solo la scusa per la scrittura. Anche qui si può individuare un prima ed un dopo, dove il “malo male” è l'elemento di separazione. Prima era tutto più semplice: partecipando a manifestazioni, sia competitive che non, ma soprattutto in compagnia di amici, era facile trovare spunti per la scrittura. Durante il periodo di isolamento, che per inciso coincise con la pubblicazione più assidua di post, tutto sommato era abbastanza facile: numerosi amici organizzavano gare da correre aggregati, ma ... “in solitaria”, con lo scopo non solo di mantenere i contatti (seppure a distanza), ma anche quello di raccogliere fondi per varie associazioni e quindi i post vertevano su questo. Dopo. Qui diventa più difficile. E per essere precisi, il dopo può essere diviso in due. Le gare organizzate alle prime fragili aperture dall'isolamento costringevano, secondo le rigide norme, gli atleti a correre … isolati. Pochi o quasi inesistenti i contatti prima e dopo la gara, obbligo di mantenere pure le distanze in corsa. Questa situazione ha creato per me un secondo dopo. Che senso ha correre gare con più partecipanti, se poi sono sempre solo? Ecco quindi che, proseguendo quanto da me iniziato durante l'isolamento, mi sono ritrovato non solo ad essere atleta, ma anche organizzatore di gare e questo mi ha permesso di creare a priori l'argomento per il post.

Ristori. Come dicevo, lo stile dei post è un po' fuori dalle convenzioni; in più di un occasione mi sono rifatto alla descrizione della serie “Ai confini della realtà” “Esiste una regione tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. E' la dimensione dell'immaginazione. E' una regione che potrebbe trovarsi... ai confini della realtà». Ecco quindi che faccio parlare cuore, gambe, piedi, etc. etc., discorro tranquillamente, mentre corro, con amici che “hanno tagliato l'ultimo traguardo”. Riguardo a questa ultima affermazione in un commento è stato scritto che “...parlo troppo di morti...”. È assolutamente vero! Raccontare vuol dire per me ricordare le persone, ricordare fatti e situazioni che abbiamo condiviso, in pratica rifarle vivere.

Il blog, seppure pubblico ed accessibile a tutti, rappresenta per me un vero e proprio diario, un registro di bordo sul quale segnare le tappe del mio camminare.

Arrivo. Ho diviso questo post in parti, come se fosse una gara (beh, anche questo lo possiamo definire un … arrampicarsi sugli specchi). Di certo sono all'arrivo, almeno rispetto alle premesse iniziali, in quanto ancora molto frequentati, le sorti dei siti a cui ho accennato all'inizio. Per Podisti le notizie sono per lo più inviate da uffici stampa delle varie manifestazione; quello dei Supermarathon, per la verità molto più organizzato graficamente, pubblica quasi esclusivamente informazioni sulle numerosissime gare organizzate, mentre quello dei RB è praticamente inattivo. Questo è dovuto principalmente al fatto che gli atleti preferiscono pubblicare le loro cronache e le loro foto sui social personali.

Arrivo? Tranquilli, tranquilli per il Blog di Sir Marathon l'arrivo è ancora (almeno spero) lontano.

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