martedì 10 novembre 2020

Fioritura di papaveri a novembre

6 novembre, l'ennesimo DPCM dichiara zona rossa la Lombardia. Confinamento a … zona; ecco che quasi in contemporanea agli Stati Uniti il territorio nazionale viene diviso in zone colorate. Oltre oceano sono gli stati che si colorano … piano piano, rendendo incerta la “corsa” alla presidenza degli Stati Uniti. Zone rosse, zone blu, zone che da rosse diventano blu e viceversa. In Italia sono le regioni che prendono colore e, vista la stagione, sono colori che richiamano l'autunno: giallo, arancione e rosso. La Lombardia viene colorata di un bel rosso, colore che farebbe piacere all'ormai ex presidente USA, ma che getta nello sconforto i Lombardi. Lo so che ci sono motivi molto più importanti della corsa, ma per un attimo anche io mi sento smarrito: correre in giardino di questa stagione non è certo piacevole. Ma, leggendo con attenzione le varie restrizioni, mi rendo conto che se “faccio attività motoria” non mi posso allontanare da casa, ma se l'attività diventa “sportiva” ci si può muovere tranquillamente per tutto il comune. Bene, la maratona in programma per domenica 8 novembre si farà sull'anello del parco Callioni, che, come già detto in molte occasioni, è certificato FIDAL per la maratona.

Il nome scelto è “Poppy Marathon” (Maratona dei papaveri). Abbinare il papavero ad una corsa autunnale è quantomeno strano. Qualcuno, dopo aver letto l'inizio del post, potrebbe dire: “Ah, ho capito, la Lombardia è zona rossa e quindi … rosso il riferimento alla gara!”. No, mi spiace deludervi. Il richiamo è al “Remembrance day” (“Il giorno del ricordo”), giornata nella quale in Gran Bretagna si ricordano tutti i caduti nelle varie guerre. Per la precisione, il giorno del ricordo è l'11 novembre, ma tutte le celebrazioni sono fatte la domenica che precede. L'11 novembre 1918 fu firmato l'armistizio, che segnò la fine della Prima Guerra Mondiale per la Gran Bretagna, in pratica sarebbe il corrispondente del nostro 4 novembre. Anche da noi la fine della Grande Guerra viene celebrata, ma in modo molto diverso. In Italia vi è la celebrazione ufficiale all'altare della Patria, cerimonia solenne con la presenza del capo dello Stato, ma poi tutto finisce qui. Sì, è vero, gli altri anni vi erano celebrazioni più diffuse sul territorio nazionale, in quanto Giornata delle Forze Armate, ma per molti era solo l'occasione per una fugace apparizione alla cerimonia per poi ritrovarsi con le varie associazioni presso qualche ristorante.

Diversa la Giornata del Ricordo oltremanica. Già dai primi giorni di novembre vi è una fioritura di papaveri. Infatti quasi tutte le persone, senza distinzione di appartenenza politica, di classe, etc. etc. si appuntano con orgoglio un papavero sui propri vestiti. Insomma, dal senzatetto alla Regina! Non mi dilungo oltre, rischio di ripetermi. Nel 2014 ero in Gran Bretagna in questo periodo e vi invito a leggere quanto scrissi allora. (“Sunday & rimembrance day”). 

Veniamo alla gara. Per la verità, avevo in programma di non correre una maratona, ma di limitare la distanza a 35.493 metri, numero che corrisponde ai feriti del primo giorno della battaglia della Somme. Questa è la “battaglia” per antonomasia degli Inglesi, battaglia nella quale perirono quasi 100.000 soldati, e dalla quale si prese il papavero come simbolo. Alla fine del primo giorno di battaglia (1 luglio), un giornalista definì, vedendo i corpi insanguinati deceduti, il campo di battaglia come uno “Sterminato campo di papaveri. Vista la difficoltà di misurare esattamente il percorso, ho deciso quindi di correre una maratona.




Partenza come al solito in solitaria, ma come a Francesco la scorsa domenica fecero compagnia insoliti animali, i delfini, oggi a tenermi compagnia per un breve tratto è stato uno scoiattolo, animaletto certo non molto diffuso nelle nostre zone e quindi molto gradita la sua compagnia. Contrariamente al solito, oggi l'anello è più vivo che mai. Molte persone sono presenti. Persone anziane che passeggiano, ciclisti che sfrecciano veloci, genitori con i propri figlioletti. Un particolare li accomuna: tutti indossano la mascherina. Alcuni sempre, altri non appena ci si incrocia. La mia andatura è “lenta ma costante”, come direbbe il buon Michele (Marescalchi), (ne approfitto per fargli i miei migliori auguri di pronta e completa guarigione; anche lui è vittima dello “malo male”). La giornata è ideale per la corsa: soleggiata e con temperatura mite; l'autovettura posta all'inizio dell'anello offre una buona postazione ristoro. Mancano pochi giri alla fine e … patapum! Cado rovinosamente per terra: le foglie cadute hanno nascosto una radice. Imito mio nipotino che su questo tratto di ciclabile cadde la settimana scorsa (beh, io non mi sono messo a piangere!). Un ginocchio sbucciato, una botta sul fianco il risultato. Cammino per qualche centinaia di metri e poi mi rimetto a correre. Come è possibile che sia caduto? Andatura lenta, mente aperta e tutto tranquillo! Riflettendo più attentamente mi rendo cono che mancano circa sette chilometri alla fine della mia gara. Ci sono: sono caduto esattamente al 35.493° metro! Di sicuro sarà stato qualche soldati inglese burlone che da lassù mi ha lanciato un avvertimento.

2019 - Picchetto d'onore Scout
2020 - Ricordo privato 

20° giro terminato; mancano circa 300 metri per completare la maratona. Con tutta tranquillità mi dirigo verso il traguardo. 300 metri … era la distanza che separava le trincee in alcuni punti del fronte della Somme. Mentre li percorro mi pare di sentire in lontananza, dopo il suono del fischietto del comandante che ordinava il “fuori dalle trincee”, gli ordini gridati ad alta voce, l'imprecare di molti e l'ansimare di tutti i soldati che correvano sotto il fuoco nemico verso quella che per molti fu la fine della loro corsa, della loro vita!

Lest we Forget”


Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
Ma son mille papaveri rossi



Termino questo post non dimenticandomi di Stefano (D'Orazio) che proprio in questi giorni ci ha lasciato. Voglio solo ricordare che ha scritto il testo della canzone “Rinascerò Rinascerai”, dedicata a Bergamo, ma soprattutto alla popolazione bergamasca duramente colpita dalla pandemia del COVID 19.

Stefano, volevo chiederti un favore: appena arrivato lassù e salutati i tuoi amici, fai un salto al pub “Red Lion” e recati all'angolo dove vedrai numerosi soldati inglesi e porta questo mio messaggio: “Hi guys, Sir Marathon told me that raher than be tripped he would have preferred a different sign. For example a bolt out of the blue ...”

Ciao, Stefano, che la terra ti sia leggera! 




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