Forse sono partito un
po' troppo avanti nella cronaca, ma mi faceva piacere ricordare il
traguardo raggiunto dall'amico; così anche i lettori meno pazienti
hanno avuto notizia. Rimedio subito. Quella di Roma, più che una
trasferta sportiva, è una trasferta … turistica. Eccomi quindi a
Roma in compagnia di Fausto e Giuliano, tutti con mogli al “seguito”;
chiude la compagnia Mario, che per un problema al piede non potrà
correre la maratona. Il primo adempimento, ritiro del pettorale, è
svolto in tutta tranquillità. Efficienza e gentilezza rendono
semplice e veloce il compito. Rapido giro per l'Expo, ordinato e
senza affollamento eccessivo. Domenica raggiungiamo senza problemi la
partenza. Un piccolo disguido subito rimediato: sul pettorale è
indicato il numero dell'automezzo a cui consegnare lo zaino con il
cambio, ma risulta errato. Basta far riferimento al numero del
pettorale e … tutto è risolto. Quest'anno l'organizzazione aveva
previsto la partenza “ad onde”: tre partenze distinte,
intervallate da 5 minuti. Tempi di gara in “real time” per tutti,
ad
eccezione dei primi 500, a cui varrà per la classifica il tempo di passaggio sotto il traguardo. Buona l'idea, meno buona l'attuazione. Nessun problema per noi “tartarughe” che dovremmo partire per ultimi, ma problemi per molti atleti dei primi due gruppi, che rimangono imbottigliati nelle retrovie. Alla fine però non vi sono particolari malumori, visto che sarà il “cronometro reale” a far classifica. Percorso per me nuovo, anche se ricalca in gran parte quello degli anni passati. In un tratto di pavè, verso il 12° chilometro, forse per i continui saltellamenti, una lente mi si stacca dagli occhiali e... sarà per fortuna, sarà per prontezza di riflessi, la prendo al volo! Vabbè, dovrò correre il resto della gara da “cecato”, pensandoci bene è quasi una fortuna: non vedrò la … stanchezza! Un po' di problemi sui ristori. Tavoli (pochini per una gara con 16.000 partecipanti) solo da un lato della strada ed acqua versata in bicchieri... senza fretta. Non che mancasse l'impegno degli addetti, ma era la massa dei partecipanti a creare qualche problemino. In alcuni ristori, per la verità, verso la fine, era pure possibile avere acqua in bottigliette. Nonostante questi inconvenienti non ci sono state lamentele, almeno nel gruppo di atleti che correva con noi. Lungo il percorso erano molte le persone, ma più che altro turisti che non vedevano l'ora che la maratona terminasse per procedere nei loro giri senza essere fermati continuamente. Come già ricordato in altro post, in molti tratti della gara mostravo lo striscione “Verità per Giulio”. Sono pure riuscito a spiegare a due ungheresi ed ad un gruppo di portoghesi la sintesi della vicenda. Un elogio particolare allo speaker del 20° chilometro che, vedendo lo striscione, non solo ha apprezzato il gesto, ma ha spiegato con assoluta competenza e con dovizia di particolari tutto il fatto.
eccezione dei primi 500, a cui varrà per la classifica il tempo di passaggio sotto il traguardo. Buona l'idea, meno buona l'attuazione. Nessun problema per noi “tartarughe” che dovremmo partire per ultimi, ma problemi per molti atleti dei primi due gruppi, che rimangono imbottigliati nelle retrovie. Alla fine però non vi sono particolari malumori, visto che sarà il “cronometro reale” a far classifica. Percorso per me nuovo, anche se ricalca in gran parte quello degli anni passati. In un tratto di pavè, verso il 12° chilometro, forse per i continui saltellamenti, una lente mi si stacca dagli occhiali e... sarà per fortuna, sarà per prontezza di riflessi, la prendo al volo! Vabbè, dovrò correre il resto della gara da “cecato”, pensandoci bene è quasi una fortuna: non vedrò la … stanchezza! Un po' di problemi sui ristori. Tavoli (pochini per una gara con 16.000 partecipanti) solo da un lato della strada ed acqua versata in bicchieri... senza fretta. Non che mancasse l'impegno degli addetti, ma era la massa dei partecipanti a creare qualche problemino. In alcuni ristori, per la verità, verso la fine, era pure possibile avere acqua in bottigliette. Nonostante questi inconvenienti non ci sono state lamentele, almeno nel gruppo di atleti che correva con noi. Lungo il percorso erano molte le persone, ma più che altro turisti che non vedevano l'ora che la maratona terminasse per procedere nei loro giri senza essere fermati continuamente. Come già ricordato in altro post, in molti tratti della gara mostravo lo striscione “Verità per Giulio”. Sono pure riuscito a spiegare a due ungheresi ed ad un gruppo di portoghesi la sintesi della vicenda. Un elogio particolare allo speaker del 20° chilometro che, vedendo lo striscione, non solo ha apprezzato il gesto, ma ha spiegato con assoluta competenza e con dovizia di particolari tutto il fatto.
Arrivo classico: sui
Fori Imperiali, anche se rispetto agli anni scorsi non più passando
accanto al Colosseo, ma transitando accanto all'Altare della Patria;
questo credo sia dovuto alla presenza di un cantiere della
metropolitana.
Appena tagliato il
traguardo, consegna medaglia e pacco ristoro; nessuna difficoltà per
il ritiro dello zaino. La mancanza di spazi coperti per il cambio non
si è fatta sentire. Ottimo! Mi sorge solo un dubbio: se la giornata
non fosse stata soleggiata, la situazione sarebbe stata la stessa?
Non pensiamoci ora e … speriamo che nelle prossimo edizioni il
tempo sia sempre clemente.
Termino con … uno
spot pubblicitario!
Ho già detto del
piccolo inconveniente degli occhiali. Bisognava provi rimedio. In via
del Corso incontriamo un negozio di ottica ed un addetto molto
gentile in pochi secondi rimette “in funzione” gli occhiali.
Senza pretendere nulla! Ok, si è trattato solo di pochi secondi di
lavoro, ma spesso il turista è visto come un “pollo” da spennare
(la sera prima in un ristorante dove avevamo ordinato pizze ci
avevano portato del pane: non mangiato... ma pagato!).
Se passate in via del
Corso al 258 trovate Vision Optika: dove il turista non è pollo, ma
cliente ben accetto. Magari se ricordate questo fatto vi farà pure
lo sconto!
Fine spot e …promessa
mantenuta.
Qualcuno ha
sottolineato che nelle foto pubblicate su vari quotidiani (vedi post)
non si vede chiaramente il viso. Io credo che questo particolare dia
un maggior valore alla foto ed al suo significato. Qui il focus non
deve essere posto sul soggetto, ma sul messaggio che lo striscione, e
quindi la foto, vuole veicolare. Credo che l'ampia diffusione, sia
sulla carta stampata, ma soprattutto sul web, sia dovuta proprio a
questo particolare. fd
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