Diceva: “Verità
per Giulio”, per non far sfiorire la primavera!
Le proteste e le
agitazioni iniziate nel 2011 nei paesi arabi per ottenere maggiore
libertà sono state denominate con un termine giornalistico
“primavere”. La spontaneità della ribellione, la grande
partecipazione giovanile, l’imponenza delle manifestazioni di
piazza e la non violenza del movimento, avevano segnato il momento
più alto di questa ondata rivoluzionaria, che appare ormai
irrimediabilmente trasformata in tragiche lotte di potere. Il caso di
Giulio Regeni si può inquadrare in questo contesto. Non mi dilungo
oltre, non è questo né il momento né il luogo. Da subito questo
blog ha aderito alla campagna di Amnesty International perché
su questo fatto venga fatta piena luce. Subito mi sono chiesto: posso
fare qualcosa di più? Basta un semplice logo “appiccicato” al
blog per sentirmi tranquillo? Ho ascoltato con attenzione la
conferenza stampa dei genitori di Giulio; a tratti ho pure “sudato”
con gli occhi.
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Prima pagina "L'Unità" Lunedì 11 aprile |
Le parole semplici ma decise della mamma di Giulio mi
hanno fatto pensare. Non chiedeva vendetta, chiedeva solo giustizia,
ma soprattutto chiedeva con forza che la Verità, quella con la “V”
maiuscola, venisse a galla. Mi sono tornate alle mente le parole di
un'altra mamma, quella di Ilaria: anche lei chiedeva e … chiede
tutt'ora verità e giustizia. Forse abbiamo lasciato sola quella
mamma, troppo sola! Devo fare qualcosa di più, devo dare un segno,
non devo lasciare sola quella mamma. Ma cosa? L'idea di Amnesty
International di appendere lo striscione ad una
finestra mi sembra una buona idea! Ma se lo striscione da statico
diventasse itinerante forse sarebbe meglio e quale migliore occasione
della “Maratona di Roma”? Nelle giornate precedenti,
mentre gli altri affinavano la preparazione alla gara, io preparavo
lo striscione giallo. Ho subito eliminato l'idea di scrivere il
cognome sullo striscione, vuoi per una questione tecnica (beh, meno
lavoro), ma soprattutto per evidenziare la mia vicinanza a Giulio.
Non si chiama un amico con nome e cognome, l'amico lo chiami con il
solo nome, magari con il soprannome.
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Prima pagina "Corriere della Sera" Lunedì 11 aprile |
Approfitto del ritiro
del pettorale all'expo Maratona per scattare le prime foto; in alcuni
stand loro fotografi ci fanno delle foto che dicono verranno
pubblicate sui loro siti. Mi sembra un buon inizio. Durante la gara
approfitto di ogni assembramento di persone che assistono al
passaggio degli atleti per mostrare loro lo striscione. Molti
applaudono all'iniziativa; molti non conoscono il fatto, ma sono i
vicini a spiegare loro di che si tratta. Correre con lo striscione
alzato, anche per poche decine di metri, fa male alla braccia e rende
la corsa lenta e goffa. Non me ne importa nulla, anzi in quei momenti
mi sento vicino a Giulio, penso lui ma soprattutto a chi ha reso il
suo corpo ed il suo volto riconoscibile “...solo dalla punta del
naso ...”, come ebbe a dire la mamma.
Ecco Via dei Fori
Imperiali, ultimi sussulti per lo striscione, la maratona è finita,
lo striscione ripiegato.
Il percorso per
ottenere la verità è ancora lungo, ma non per questo si deve
abbandonare, anzi è proprio il contrario, proprio perché è lungo
ed impegnativo ci si deve mettere più impegno.
Verità! Penso
dentro di me: Verità che il governo Italiano ha il dovere di
pretendere, Verità che il governo Egiziano ha
l'obbligo di dare!
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L'Unità 11 aprile pagg. 2 - 3 |
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