Devo dire che quest'anno i partecipanti non hanno lasciato traccia del loro passaggio lungo le strade: nessun bicchierino e nessun rifiuto lungo il percorso (ricordo che lo scorso anno Gino Paolo si trasformava in “operatore ecologico aggiunto”, raccogliendo quanto altri abbandonavano lungo le strade), nessuna spugna abbandonata... ooopps, di questo parlerò più avanti. Anni fa ricordo che la “Ferrara Marathon”, allora guidata da Nicola Stella, ricevette una menzione per l'aspetto “ecologico” dato alla gara: ridurre al minimo i consumi di materiale, riciclare al massimo quelli usati e lasciare l'ambiente attraversato dalla gara intatto. Ecco, anche questo è un record, record che sarebbe bello fosse perseguito in tutte le gare. Ritorniamo alle spugne. Ieri non ve ne era traccia lungo il percorso, in quanto... non vi erano gli spugnaggi. “Segnava 37° C il termometro pubblico di Pella posto al 7° km, in questa ottava maratona consecutiva, rendendo diafani corpi già disidratati”. Ecco come inizia il resoconto della gara pubblicato sul sito del Club Supermarathon Italia (vedi). Con queste temperature non vi erano spugnaggi lungo il percorso. Il regolamento prevedeva la consegna ai concorrenti di una spugna da utilizzare per tutta la gara (ho già scritto post in questo blog sull'assoluta inadeguatezza di questa soluzione per motivi igienici e non la ripeto ora -vedi-), ma nemmeno questa soluzione è stata adottata. Anche se ci fosse stata consegnata la spugna, mancavano le bacinelle con acqua corrente. In altro post, sempre dal sito Club Supermarathon Italia, si contestava l'inflessibilità dei giudici per l'esclusione dalla classifica di un concorrente giunto fuori tempo massimo (“...stato dichiarato F.T.M. da giudici inflessibili” -vedi-).
Ma come, inflessibili?. È chiaro che se uno impiega per terminare la gara un tempo maggiore di quello stabilito dal regolamento non può essere ammesso alla classifica. Ieri, a mio parere, i giudici, se da un lato hanno avuto un comportamento più che tollerante... intelligente, tollerando (scusate la ripetizione) concorrenti a torso nudo e con cuffiette (situazioni che gare FIDAL non ammettono... più a parole che nei fatti), si sono dimostrati latitanti riguardo all'assenza degli spugnaggi. In ogni caso da ora in avanti ci siamo “tagliati” (come Club) la possibilità di segnalare questa mancanza in altre gare!
Un breve cenno ora alla
gare delle Pecore Nere. Ieri il gregge schierato alla partenza si è
ridotto di un terzo, ma in ogni caso la terza pecorella ha voluto
essere presente alla trasferta. Come il primo giorno, gara di mezza
classifica, anche se con tempi decisamente superiori, complice il
grande caldo, ma tutto sommato gara conclusa senza particolari
problemi.
Da ultimo un grande
augurio ai concorrenti che stanno correndo tutte le gare (ad oggi
sono 25), ma soprattutto a Gino Paolo, che, oltre a condividere il
caldo e i 42 chilometri su di un tracciato tutt'altro che piatto con
i partecipanti, al mattino fa da “fotografo”, mentre alla sera fa
da “capoclasse”, portando a spasso nelle zone attraversate dalla
maratona gli alunni... pardon i maratoneti, che sono sicuro non
faranno dannare il buon Paolo, vista non tanto la stanchezza, (?) ma
la prospettiva di dover correre il giorno dopo.
Concludo dicendo:
“Correre qui una gara è poco, ma due sono troppe”,
frase dettata dalla dalla vecchiaia o dalla saggezza che, a volte, la
vecchiaia porta con sé.
Lascio a voi la
risposta!
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