Infatti una delle cinque regole del pellegrino medioevale era di fare il pellegrinaggio in condizione di “semi digiuno”, cioè mangiando una sola volta al giorno, per cui il problema degli orari è un falso problema.
Sebbene
il primo tratto del cammino sia lungo la costa, i tratti in piano,
soprattutto nelle prime giornate, sono un miraggio. Altezze non certo
da alta montagna - l'altezza maggiore raggiunta è di circa 500 metri
- quello che rende duro il camminare sono le pendenze delle salite,
pendenze che sarebbero un ottimo allenamento per i nostri skyrunner.
La durezza delle pendenze è mitigata dalla vista di panorami
stupendi che si aprono ai nostri occhi, appena raggiunta la sommità
o “girato l'angolo”. Un occhio al panorama... senza dimenticare
di cercare le conchiglie (o le frecce gialle) che segnano il
percorso. Indicazioni non certo numerose, ma sufficienti (con un po'
di attenzione) per non perdere la via. Le maggiori difficoltà le
abbiamo trovate nel seguire il cammino nelle città attraversate.
Un
mese per percorre tutto il cammino, beh, 32 giorni per la precisione,
e devo dire che siamo stati fortunati: solo una giornata di pioggia.
La vicinanza dell'oceano ha tenuto le temperature ad un livello
accettabile e, mentre nelle regioni centrali della Spagna si
raggiungevano temperature superiori ai 40° gradi, nelle regioni
settentrionali da noi attraversate (Paesi Baschi, Cantabria, Asturie
e Galizia) la temperatura massima raggiungeva “appena” i 25
gradi. Nessun problema particolare nell'affrontare le tappe e, memori
dell'insegnamento di Pepe, un ospitalero ottantenne, incontrato nel
precedente cammino, abbiamo tenuto fede al suo motto:“Camminare
da vecchi all'inizio, per camminare da giovani alla
fine”. Così abbiamo fatto: nessuna fretta nel camminare,
nessuna distanza impossibile da affrontare giornalmente e soprattutto
un aiuto reciproco nei momenti di difficoltà (pochi, per la verità).
Passo
dopo passo, giorno dopo giorno... rieccoci di nuovo, io e Rossana,
davanti alla Cattedrale di Santiago: stesse emozioni e stessa gioia
di quattro anni fa.
Alla
prossima!
Un
momento, un momento, ma cosa c'entrano le chiocciole? Avete ragione,
spiego.
Nelle
prime ore del cammino quando la rugiada rende umidi i sentieri ci
sono molte chiocciole che lo attraversano. La volta precedente mi
chinavo e le spostavo ai bordi del sentiero per evitare che fossero
schiacciate da pellegrini distratti; ora la schiena non mi permette
più questo gesto generoso alla San Francesco... per cui le
chiocciole sono lasciate al loro destino, che spero sia fortunato!
ottimo direi!
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