martedì 22 dicembre 2020

Ora è lassù a raccoglier ciliege ...

L'anno non poteva finire in maniera peggiore, portandoci via un amico: Gaetano. Non è stato lo “malo male”, ma la “mala sorte”. Una banale caduta con gravi conseguenze, a cui nulla sono servite le pronte cure.

Ho pensato molto se scrivere questo post, ma soprattutto su cosa scrivere senza cadere nel banale, nell'ovvio. 

Ho letto con attenzione e con commozione quanto di lui hanno scritto molti degli amici che Gaetano ha nel mondo “maratona” e devo dire che condivido pienamente quanto scritto. Il suo carattere, il suo modo di essere ha fatto sì che fosse apprezzato da tutti.


Era diverso da noi tutti: socievole ma non chiassoso, competitivo ma non geloso dei successi degli altri, premuroso e attento al prossimo” Fabio Marri.

Gaetano per me è stato come un fratelloPaolo Gilardi

Non prendendo la maratona sul serio, dimostravamo che non c’era da aver paura, tutti potevano correrla! Questo era il nostro insegnamento e ci divertivamo tantissimo. … lo chiamavo Gaetanuccio” Mario Ferri

Mi ha trascinato per quasi 15 anni su e giù per l'Italia a fare maratone, a mangiare il tartufo ad Alba o le patate a Monteombraro... “ Franca Michelini

Sempre pronto al dialogo, per lui venivano prima l’amicizia, i valori di vita semplici e la cultura del piacere dello stare insieme.” Gino Paolo

L’ascoltare era il suo pregio migliore; rispondere, se richiesto, la sua seconda virtù; la modestia il suo stile di vita” Michele Rizzitelli


Queste sono alcune frasi riferite a Gaetano che gli amici hanno scritto che ho
preso dai vari post pubblicati in rete. Cosa posso dire io di Gaetano che non sia stato detto? Conoscevo Gaetano dal secolo scorso e con lui ho condiviso molti momenti sportivi e non. Il livello sportivo tra di noi era diverso: molto più veloce lui, ma identica era la concezione della gara: l'obiettivo finale era divertirsi (anche se all'arrivo stanchi), correre rispettando regole ed avversari. Nel “secolo scorso” nessuno metteva al primo posto la crocetta a fine gara (qui sento già la voce di Fabio: “Ti sbagli, Fausto … il Principe lo faceva”), beh … quasi nessuno. Gaetano, con Roberto Gherardi e Alfonso Codibue, formavano un trio che io chiamava la “Banda Bassotti”, in quanto tutti piccoli di statura, ma più veloci di me in maratona. Quando si trovavano ai nastri di partenza di una maratona, era l'occasione per la loro personale sfida. Roberto ed Alfonso iniziavano il loro riscaldamento pre-gara, mentre Gaetano faceva il riscaldamento in mia compagnia. Riscaldamento un po' speciale. Ci sedevamo, il più comodamente possibile, e degustavano una fetta di crostata fatta da Rossana. Per inciso, la crostata preferita da Gaetano era quella con marmellata di ciliege. A fine gara, se Gaetano riusciva a superare gli altri due amici, diceva: “Fausto, per merito della crostata di Rossana oggi sono arrivato primo...”. 

Indovinate che cosa mi diceva, se per caso non primeggiava? Beh, l'avete capito, la colpa era di … Rossana. Naturalmente frasi dette sempre con il sorriso sulle labbra.

Due erano i “segni” che distingueva Gaetano: l'immancabile cappellino, non importa se ci fosse il sole, la pioggia il vento o che la giornata fosse con temperatura mite; l'altro, quello che per molti di noi forse è più difficile avere sempre, era il sorriso!

Così lo voglio ricordare: con cappellino in testa e sorriso sulle labbra!

Che la terra ti sia leggera!


In questo post il ricordo di una maratona di Gaetano ... vecchio leone, correva l'anno 2012: Vecchi leoni e giovani promesse 


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