Maggio
è il mese che ci vede ormai da qualche anno impegnati in qualche
cammino di pellegrinaggio. Gli altri anni furono i sentieri che
portavano a Santiago, lungo il cammino Francese, oppure sentieri che
partendo dal Monginevro o da Cantebury avevano come meta Roma.
Percorsi di un “pellegrinaggio” normale, nel senso che la meta
finale è sempre conosciuta in anticipo: in pratica si va verso un
luogo. Quello di quest'anno è stato un cammino diverso, nel senso
che non si va verso un luogo meta di pellegrinaggio, ma si cerca di
“vivere” un luogo in cui San Francesco, secoli fa, trascorreva le
sue giornate meditando, mendicando e … camminando. In pratica un
pellegrinaggio dentro un luogo.
Oh Signore, fa' di me uno strumento della tua pace
dove è odio, fa' che io porti l'amore
dove è offesa, che io porti il perdono,
dove è discordia, che io porti l'unione,
dove è dubbio, che io porti la fede,
dove è errore, che io porti la verità,
dove è disperazione, che io porti la speranza,
dove è tristezza, che io porti la gioia,
dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Maestro, fa' che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto di comprendere,
di essere amato, quanto di amare.
Perché è dando, che si riceve,
perdonando, che si è perdonati,
morendo, che si resuscita a vita eterna.
Certo
anche il nostro pellegrinaggio aveva un inizio (il santuario della
Verna) ed una fine (Assisi), luoghi che hanno visto certamente la
presenza di San Francesco, ma come potete ben comprendere è
difficile definire con precisione, secoli dopo, un tracciato
ufficiale che “di sicuro” San Francesco utilizzava nei suoi
spostamenti. Con tutta probabilità, anzi con la quasi certezza,
alcuni sentieri ora non esistono nemmeno più. Personalmente credo
che non sia importante affermare che un sentiero è più giusto di un
altro. Da qualsiasi parte si passi si cammina in mezzo alla natura,
si vedono panorami stupendi, si sente il cinguettio degli uccelli...
si cammina in pace!
San
Francesco era conosciuto come il “poverello” di Assisi, e Assisi
è assurta a simbolo di pace, pace che farebbe bene anche ai
sentieri. Eh, sì! Quello che ho scoperto è che esistono molti
“percorsi” che si rifanno a San Francesco: “Cammino di San
Francesco”, “La via di San Francesco”, “Di qui
passo Francesco”, “Cammino di Assisi –
Cammino di San Francesco – Ufficiale” (!?), “Il sentiero
di Francesco”. Qui mi fermo, ma sono sicuro che approfondendo
la ricerca ne troverei altri. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano
se tutte le persone che stanno dietro a questi percorsi operassero in
sinergia: offrire più possibilità è senz'altro una maggiore
opportunità per conoscere. Ma non è così. Ognuno va per la sua
strada, o meglio per il proprio cammino... indica percorsi diversi
con segnali diversi, credenziali o passaporti diversi, ma una cosa li
accomuna tutti: ognuno di questi si definisce quello ufficiale!
Per
amore di san Francesco, a cui cedo le ultime righe di questo post,
qui fermo il mio commento!
Oh Signore, fa' di me uno strumento della tua pace
dove è odio, fa' che io porti l'amore
dove è offesa, che io porti il perdono,
dove è discordia, che io porti l'unione,
dove è dubbio, che io porti la fede,
dove è errore, che io porti la verità,
dove è disperazione, che io porti la speranza,
dove è tristezza, che io porti la gioia,
dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Maestro, fa' che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto di comprendere,
di essere amato, quanto di amare.
Perché è dando, che si riceve,
perdonando, che si è perdonati,
morendo, che si resuscita a vita eterna.
©
Foto Fausto Dellapiana 2014
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