La corsa rende liberi? Il concetto di “libertà” può essere visto sotto molti aspetti; quello che per molti è considerata libertà per altri non lo è assolutamente. Quindi è difficile per me esprimere in senso assoluto il concetto di libertà riferito alla corsa. Ecco lo spunto di riflessione della mia ultima corsa solitaria: “Easter Marathon”, da me corsa e … vinta domenica scorsa. Maratona anticipata di una settimana, in quanto quest'anno Pasqua capita la domenica prima della maratona di Milano. Gli anni avanzano, la schiena duole e quindi “Adelante, Pedro (alias Sir Marathon), con juicio” (frase, pronunciata dal gran Cancelliere di Milano e presa a prestito dai Promessi Sposi). Vincere la maratona non è per me un problema (beh, questo almeno fino a che sono l'unico concorrente), il difficile è impegnare le quasi sei ore di corsa solitaria, come pure diventa sempre più difficile trovare argomenti. Lo spunto questa volta mi è stato dato dalla “Barkley Marathons”, definita da Runners World “… la gara di corsa più dura e misteriosa del pianeta”. Un'esagerazione? Un'iperbole? Questo può essere di sicuro e probabilmente saranno considerati “iperbolici” alcuni passaggi di questo post, ma, tentando di confermare l'affermazione del titolo del post o di rispondere alla successiva domanda, con un po' di follia e tanta fantasia, credo di esserci riuscito a collegare la “mia” corsa, che si corre sul circuito della Roncola, Treviolo Bergamo, a quella corsa nel
Frozen Head State Park - Morgan County, Tennessee.
Per ironia della sorte, molti di quelli che si considerano liberi di correre senza dover ripetere un anello non lo sono, almeno a mio giudizio, affatto. La loro corsa è imprigionata dallo smartwatch: il colore che vedono è sempre quello verde del quadrante e l'unico suono che sentono è un “bip bip”, emesso ad intervalli regolari dal loro “aguzzino”. Corrono liberi da percorsi ripetitivi, ma forse non vedono nulla di quello che li circonda.
“Barkley Marathons”, una corsa libera, senza un tracciato prestabilito, senza l'ausilio di “orologi intelligenti”, con una distanza ed un livello “fai da te”, ecco il sogno di molti e l'incubo di pochi. Solo un breve accenno ad alcune delle regole principali: 40 partecipanti ammessi, 5 giri da 20 miglia da percorrere, 12 ore a giro, 19.000 metri di dislivello, 1,60$ il costo dell'iscrizione. Miglia e metri di dislivello teorici. 1986, prima edizione: 26 arrivi nel tempo stabilito, per 20 atleti tra cui una donna. Cosa accomuna la corsa della Roncola a quella del Frozen Park? Innanzi tutto l'orario di partenza, o meglio l'assenza dell'orario di partenza prestabilito. Negli Stati Uniti il via è dato dall'accensione di una sigaretta (Camel, per la precisione) da parte di Gary, in un orario compreso tra la mezzanotte ed il mezzogiorno, qui … appena tutti gli atleti sono pronti. Facile, essendo il solo! In tutte e due le competizioni non è ammesso l'uso di smartwatch, ma solo un semplice orologio per indicare il tempo totale! Beh, forse ho esagerato nel mettere a confronto le due competizioni: qui tutti gli atleti partiti sono arrivati, qui nessuno si è perso e ritrovato dopo giorni, qui nessuno è stato visto in preda ad allucinazioni chiedere informazioni a dei bidoni dell'immondizia... Quello che contraddistingue in ogni caso tutte le corse è la “mancanza di libertà”; infatti anche in questo caso la limitazione è dovuta al fatto che anche un semplice orologio da 10 dollari può rendere schiavi!
Avete certamente capito che questo post è stato scritto in maniera un po' (tanto) folle,ma con una follia simile a quella di Don Chiscotte: “La sua follia, il suo delirio, la sua confusione tra realtà ed immaginazione è dettata da una smania di giustizia senza eguali. È diventato l'incarnazione dell'uomo che si batte contro le convenzioni, le prevaricazioni, senza temere di essere sconfitto”. Ed in fondo è anche un pretesto per far conoscere la “Barkley Marathons”, corsa che, pur avendo tutti i criteri per essere giudicata, oltre che la più estrema, anche la più libera, in fondo ha anche lei dei limiti da dover rispettare …
Credo che la risposta finale alla domanda/affermazione del titolo del post non possa che essere personale. Personalmente credo che ognuno debba essere libero di correre secondo i propri criteri, che devono essere personali e soprattutto NON giudicare mai chi non adotta i vostri parametri. In fondo, siete sicuri che i vostri siano quelli più giusti?
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