Villarreal
– Barcellona, 31' della ripresa della partita del campionato
spagnolo, con i padroni di casa in vantaggio 2-1, Dani Alves
l'esterno del Barcellona, sta per battere un calcio d'angolo,
dagli spalti viene
lanciata
una banana diretta verso di lui. Alves, vittima del "lancio"
razzista, si piega, raccoglie la banana, la sbuccia e ne mangia un
pezzo, calciando poi il pallone come niente fosse. Con la semplicità
di un gesto, Dani ha risposto ai tifosi del Villarreal, autori di
cori razzisti che simulavano il verso di una scimmia.
Il
Barcellona ha vinto la partita 3-2, ribaltando il risultato nei
minuti finali della partita.
Alves ha poi
commentato il fatto su Twitter scrivendo che «Mio
padre me lo diceva sempre: mangia le banane, che prevengono i
crampi».
Compito
difficile ieri scrivere un post sulla 15a edizione della
Maratona di Padova, forse più
conosciuta come “Maratona di S. Antonio”. Avendo
partecipato a tutte le edizioni, trovare nuovi argomenti diventa
sempre più difficoltoso, come sempre più difficoltoso (per me)
è correre la maratona. Ma per ora, visto che non è ancora giunto il
momento di appendere le scarpe al chiodo, anche l'abbandono della
tastiera è ancora lontano. Non avendo trovato nessun argomento degno
di essere sviluppato, ho pensato di commentare l'evento di ieri in
tante... pillole. Pillole che magari possono essere utili
per “guarire” alcune malattie che affliggono alcune maratone che
si credono “grandi”!
Il
25 aprile, festa della Liberazione, è una di quelle date che
vanno ricordate. Anche quest'anno abbiamo deciso, io e Rossana, di
abbinare il ricordo con la nostra passione per il cammino. Lo scorso
anno fu la Valle Seriana, valle dove operava la 53a
brigata Garibaldi, la meta del nostro cammino nel ricordo.
Quest'anno siamo rimasti vicino a casa: la nostra scelta è caduta
sui colli di Bergamo. Qui vi è un monumento al Partigiano che
ricorda l'azione alla Villa Masnada e le vittime del
combattimento avvenuto il 26 settembre del 1944, meglio conosciuto
come strage di Petosino. I gruppi partigiani operanti nella
zona facevano parte della brigata Fiamme Verdi “Valbrembo”
di ispirazione cattolica.
È
ormai tradizione dei podisti bergamaschi, e non solo, correre nella
giornata di Pasquetta a Pagazzano, dove si disputa la “Milano
Venezia”, una delle non competitive più longeve della
Bergamasca, ormai giunta alla 41a edizione. Facendo un
collegamento “gastronomico”, si può affermare che Pagazzano sta
alla Pasqua, come Zanica, con la sua maratonina, sta al Natale: nel
primo caso si smaltisce la colomba, nel secondo il panettone!
Il
nome deriva dalla posizione in cui si trova Pagazzano, lungo il
“Fosso Bergamasco”, fosso che una volta fungeva da confine tra la
Repubblica Veneta ed il Ducato di Milano. Ecco quindi spiegato in
poche parole da dove deriva il nome; in pratica la gara sconfina più
volte in pochi chilometri.
La
maggior parte degli atleti si allena in settimana per poi poter
correre più veloce oppure effettuare gare più lunghe la domenica.
Beh, io sono un “atleta” un po' speciale. Visto che ieri ho
partecipato ai festeggiamenti per il compleanno di Rosario (prendi
nota, Predicatore: l'anno prossimo pizzata!)... in pratica mi “hanno
costretto” ad un allenamento di 24 chilometri circa. Oggi ho
approfittato della gara che si svolgeva ad Arcene, “La
Padelada”,
giunta alla tredicesima edizione ed organizzata, ottimamente, dal
Gruppo Podistico di Arcene, per scaricare l'allenamento di ieri!
Quindi tutta la gara al piccolo trotto.
Percorso
di gara suggestivo: passava accanto a molte risorgive, ben curato
curato; nel passaggio nei campi era stata tagliata l'erba per
allargare il sentiero.
Giornata
grigia, ma compagnia “solare”, in quanto ho corso tutta la gara
in compagnia di Fausto, che piano piano sta raggiungendo la forma
ottimale per la sua partecipazione alla “100 chilometri del
Passatore”.
Ogni
anno per ciascuno di noi viene un giorno un po' particolare: il
giorno del proprio compleanno. Questo giorno dovrebbe essere
festeggiato sempre con le stesse modalità; in fondo è il “ricordo”
della nostra venuta in questo mondo. Ma quando l'età corrisponde ad un numero
tondo, chissà perché l'anniversario ha un sapore speciale. Se poi
il numero tondo è 50: mezzo secolo, 10 lustri, metà della nostra
vita... beh, questo non è certo, il compleanno è ancora più
speciale. Ecco,
Rosario oggi ha raggiunto questo traguardo. Il problema è come
festeggiarlo. Varie soluzioni. Una serena giornata in famiglia? Uffa,
che noia (questo non lo dice Rosario, lo dico io). Una tavolata al
ristorante? Sicuramente in menù non sarà apprezzato da tutti: chi è
a dieta, chi è vegetariano, chi vuole la pizza. Meglio evitare, dunque.
Quest'anno
la MilanoCityMarathon era una gara valida per l'assegnazione del
titolo italiano FIDAL di maratona, nelle varie categorie; per questo
motivo la federazione ha imposto all'organizzazione una quota di
partecipazione ridotta. Quota che non dava il diritto al pacco gara,
ma serviva per usufruire di tutti i servizi gara: ristori, spugnaggi,
classifica. Sarà la crisi, sarà che molti preferiscono non avere il
(solito)pacco gara, ma questo fatto ha indotto molti atleti a
scegliere di partecipare a questa maratona.
Stato
fisico non proprio al top, possibilità di non terminare la maratona
abbastanza alte, lo scorso anno in queste condizioni mi feci la mia
mcm (vedi), ma la quota ridotta ed uno spirito di squadra mi hanno
fatto decidere a prendere il via. Rappresentare i Runners Bergamo è
per me sempre un motivo di orgoglio.
La
maratona di Milano, ormai da tre lustri sulla scena, non ha saputo
trovare uno spazio importante, almeno come numero di partecipanti.
In
un post di questo blog avevo scritto (vedi)
che il murales che era stato fatto nel sottopasso di Treviolo, da
writers autorizzati dal Comune, era stato rovinato da altri writers,
che avevano “imbrattato” il loro lavoro.
Beh,
non è così.
Come
posso affermare questo? In realtà è uno degli autori che con una
mail si premura di passarmi alcune informazioni. Cosa di cui sono
molto grato. Credo che sia una buona giornata se si impara qualcosa
di nuovo. Io ora ho imparato la differenza tra “murales” e
“graffiti”. Per un profano come me fino ad ora erano la
stessa cosa: sempre “murales”; la differenza era solo nel
soggetto, disegni o scritte, il tutto dipinto su di un muro. Ora so
distinguere la differenza, anche se... rimango sempre della mia idea
(magari non condivisa da moltissimi writers): murales o graffiti
eseguiti su mezzi pubblici ancora attivi saranno per me sempre atti
vandalici. Ma questa è una mia opinione.