venerdì 1 novembre 2024

Sir Marathon come Pogacar

Beh, sì. Forse?

A volte pecco un po' di megalomania; lascio ai miei venticinque lettori (a questo proposito sento già le numerose lamentele: “Amò stà storia? L'ha rumpit” …). Forse avete ragione, in realtà i lettori non sono solo venticinque, ma … quarantadue!

Nella stagione autunnale le giornate diventano grigie e uggiose, anzi in questo autunno ci sono zone in Italia ed all'estero dove la pioggia, ma soprattutto l'incuria dell'uomo, porta distruzione e morte. Non è questo il luogo di discutere del problema, di quali siano le cause, di chi le negligenze, di chi le colpe. Tutti abbiamo visto le conseguenze. Dicevo inutili le discussioni qui, però posso invitarvi ad inviare un piccolo contributo– CESVI clicca qui – (questo è solo un mio piccolo consiglio, di sicuro voi potete reperirne altri).

Nel mese di novembre in particolare tutti ricordiamo i nostri cari; io in particolare ricordo amici con cui ho condiviso le gioie e perché no, anche piccoli dolori nelle maratone. Quest'anno sono a corto di idee e non scriverò strane storie per ricordarli. In calce al post inserisco i link per i racconti degli anni passati, che ricordo sono stati scritti senza che io assumessi strane sostanze. Questo per la precisione. Come mia abitudine, quale migliore occasione per ricordarli che organizzare e correre una maratona dedicata o loro? Quale miglior titolo da assegnare alla gara se non “Maratona delle Foglie morte”? Il perché di questo titolo l'ho già ampiamente spiegato gli altri anni; qui ricordo brevemente solo che le “foglie morte” saranno la linfa vitale per le nuove piante che spunteranno gli anni successivi. Correndo oggi e ripensando alla mancanza degli amici, ho riflettuto sul fatto che se sento io la loro mancanza di sicuro la sentiranno maggiormente le persone che erano a loro vicine: mogli, amiche, compagne. Ecco, qui vorrei ricordare i miei amici dei quali ho conosciuto le loro “metà” rievocando alcuni attimi che ho, abbiamo, vissuto assieme. Franca, compagna dell'ultimo periodo di Gaetano, con cui ha condiviso non solo tratti di maratone, ma anche tratti di vita. Li ricordo sempre positivi e sorridenti; negli ultimi tempi Gaetano mi sembrava anche ringiovanito. Come non ricordare Giuditta, che pur essendo più in là negli anni di Beppe è stata la sua “attiva badante” nell'ultimo tratto di strada di Beppe. L'abbiamo conosciuta, io e Rossana, in occasione di alcune visite fatte a casa di Beppe, dove abbiamo pranzato più volte assieme. Era lei che preparava tutto e spesso non voleva neppure condividere il pranzo, pensando quasi di interferire con i nostri discorsi … che non parlavano altro che di corse e di maratone. Beh, forse era stanca di sentirle. Non una ma molte erano le “ragazze” di Luciano; no, non pensate male. Le sue ragazze erano quelle che lui allenava. Da loro ho sempre sentito parole di stima. Era un secondo padre, un fratello, uno zio, insomma una di famiglia, che dispensava sempre buoni consigli. Sarà stato per questo che mi arrivavano sempre davanti in corsa? Mah. Di sicuro quella che conoscevo meglio era Alberta, moglie di Gianfranco. Moglie forse è un appellativo che le stava stretto, infatti era l'alter ego di Gianfranco nell'organizzazione delle numerose gare organizzate dalla loro società. La frase che ho sentito molte volte era “Chiedetelo ad Alberta...”. Sarà per questo che non ho mai riscontrato problemi nel partecipare alle loro gare. Mi scuso se non ho citato tutti gli amici, ma oggi hanno anche loro fatto la maratona assieme a me, beh, in questo caso solo una maratona virtuale. Spero solo che non siano squalificati avendo “corso” sul mio pettorale! Spero di aver ricordato con esattezza i nomi che ho citato; si sa della mia discrasia nell'abbinare i nomi alle persone. 

Oggi, per la verità, sono state ricordate alcune “foglie appassite”, alle quali auguro di star ancora per molto tempo attaccate alla pianta della vita. Appassite, in quanto, per vari problemi fisici o per la data di nascita indicata sulla loro carta di identità, non partecipano più alle corse podistiche. L'occasione mi è stata offerta da Luca, che, passando in bicicletta per il circuito nel recarsi a vedere la gara “Corsa sulla Quisa”, ha pensato, vedendo un vecchietto arrancare lungo la ciclabile, di fargli compagnia per qualche giro. Abbiamo ricordato con piacere le nostre gare corse il … secolo scorso e con un po' di tristezza alcuni compagni che ora non corrono più. Per la verità è vero che molti non corrono più, ma non sono di certo frequentatori di circoli per anziani o di bar di paese, in quanto ora fanno lunghe passeggiate in bicicletta. Un brevissimo accenno alla mia maratona. Giornata ideale per correre. La gara di oggi mi serviva come test per verificare se, dopo mesi di lontananza dalle maratone, sarei stato in grado di correrne una sotto le sei ore e questo in previsione della mia partecipazione alla maratona di Verona. Test superato. Tempo finale 5h 36' 49”. Beh questo è quello indicato sullo smartwatch per la distanza di 42,2 km, distanza segnata quando mancavano circa 50 metri al completamento del 20° giro, a cui si dovevano aggiungere 335 metri. Naturalmente ho completato il percorso validato FIDAL, per cui il tempo reale è di 5h 40' 18”. Credo di essere uno dei pochi che ha un real time più alto. Più alto … ma corretto.

Ah, dimenticavo: Pogacar quest'anno ha vinto per la quarta volta consecutiva il “Giro di Lombardia”, la classica lombarda denominata “Gara delle foglie morte”. Io, come lui, ho vinto per la quarta volta consecutiva la “Maratona delle foglie Morte”. Che fossi l'unico partecipante credo sia una cosa del tutto secondaria!


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