e il vento a poco poco se l'è portato via ... Così cantavano Franco I & Franco IV il secolo scorso. Strano come incipit per l'inizio di un post che in seguito tratterà di una corsa non competitiva. Strano, ma di sicuro sarà perfettamente compreso dai miei venticinque lettori, abituati alle stranezze linguistiche dei post.
Premessa. Passato il periodo “covid”, inteso come periodo di isolamento, si è avuta una notevole diminuzione sia delle manifestazioni non competitive sia del numero dei partecipanti. Personalmente, pur correndo tutte le domeniche, raramente partecipo, ma ci sono delle eccezioni. Partecipo a quelle manifestazioni che si disputano nei comuni limitrofi al mio e quindi posso raggiungere il luogo tranquillamente a piedi (due i vantaggi: nessun inquinamento da me prodotto e qualche chilometro in più sul tabellino di marcia) e a quelle in cui sono certo di non correre da solo.
Ecco quindi che di buon grado accetto l'invito ricevuto sabato da una Pecora Nera di partecipare alla corsa non competitiva “Cammina Dalmine”. In questo caso tutti e due i requisiti saranno rispettati. Al percorso aggiungo circa sette chilometri in solitaria (tra andata e ritorno, distanza tra la mia abitazione ed il luogo di ritrovo) ai venti chilometri in compagnia, distanza della corsa. Ora di incontro e quindi di partenza alle 7.15.Domenica mattina. La giornata inizia bene: è stata restituita l'ora di sonno persa in primavera, per cui, quando parto in tempo per essere in orario come concordato, le ombre sono già sparite e, anche se il cielo è coperto, la temperatura è gradevole. Eccomi puntuale alla partenza, ma … la Pecora Nera è già partita! È pur vero che in questo periodo è una pecora azzoppata, ma la sua velocità non è molto maggiore di quella di un vecchio Lupo Solitario. Ormai il dado è tratto, per cui eccomi all'inseguimento. La mia corsa è tale da farmi raggiungere alcuni amici che chiacchierano allegramente, procedendo senza nessuna fretta. Sono molti, molti di più, quelli che mi superano in gran velocità e dopo pochi secondi sono già puntini all'orizzonte. Nonostante le assicurazioni ricevute all'inizio della gara: “Solo un breve tratto con pozzanghere e fango prima della cereria ...”, pietosa bugia per tranquillizzarmi, la realtà è un po' diversa. Infatti sono abbastanza frequenti i tratti con fondo sconnesso, con salite e discese, non lunghe ma fastidiose, e con presenza di pietre e fango. Questo non solo rallenta l'andatura, ma fa salire il lamento della mia schiena “... con tutti i percorsi asfaltati che conosci, proprio qui dovevi venire … acc...”. Come darle torto? Piano piano passano i chilometri. Eccomi al ristoro del 15° chilometro, il punto in cui raggiungo la Pecorella. Vuol dire che i problemi lamentati sono, se non superati, almeno sopportati e di questo sono molto contento. Ripartiamo assieme, o meglio, devo fare uno scatto per raggiungerlo ed appena raggiunto un piccolo miracolo. Inizia a correre ed io pensavo che avrei avuto modo di prendere per un attimo fiato. Qui utilizzo la tattica di Cassani, il ciclista, che quando era in fuga si metteva spesso in testa … per riposare, infatti rallentava l'andatura. Così faccio pure io, anche perché stiamo correndo su di un tratto con fondo sconnesso e reso scivoloso dalle recenti piogge. Usciti dal tratto sterrato, finalmente possiamo camminare, ma qui mi succede una cosa strana: se cammino, mi vengono dei crampi, leggeri ma sempre crampi. Mancano pochi chilometri alla fine, per cui proseguo corricchiando, questo allontana il problema e avvicina il traguardo, ma … non posso lasciare solitaria la Pecora Nera e quindi, raggiunta la fine della corsa, come un vecchio Lupo Solitario dal buon cuore, ritorno sui miei passi e facciamo l'ultimo tratto di gara affiancati. A ben vedere forse sarebbe più corretto aver intitolato il post: “Ho scritto la facciamo assieme sul fango, ma la pioggia a poco a poco l'ha portato via ...”.
Alla prossima, Amico mio, sperando di correre/camminare assieme!
Nella zona di arrivo incontro Rosario ed Elena. Rosario, da buon predicatore, fa notare che la corsa risulta più corta di un chilometro. Beh, il mio smartwatch (ora sono pure io mio malgrado un atleta “tecnologico” per “obbligo” di Stefano) segna 22,740 km! Mi sono regalato qualche chilometro in più. Approfitto della sosta per qualche foto e per ritirare il premio della manifestazione, cosa per me non abituale, ma, considerato che il premio era un prodotto di un'azienda locale, ho ritenuto opportuno dare la possibilità di incrementare la produzione. Credo che avere come premi prodotti locali e non le solite magliette od oggetti made in PRC sia un punto qualificante per tutte le manifestazioni. Mi avvio verso casa percorrendo esattamente 8,260 metri. Certo, non avrò fatto il percorso più corto, ma alla fine il totale della mia corsa domenicale, quasi in solitaria, sarà di 30.000 metri, più che tondi “tondi tondi” … “lenti lenti”.
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2016 – Deluso
Sono tutti infortunati ho malati maldischiena grampi contratture mi sembri un po Giuliano . Ma alla fine non molli mai il traguardo è sempre un obbiettivo ciao
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