Eh, sì, questo è il mio stato d’animo alla partenza della mia “Maratona delle Foglie morte”, alla sua quinta edizione. Il motivo è molto semplice: sulla ideale linea di partenza non vedo nessuno dei miei amici che hanno già tagliato il loro ultimo traguardo! No, non rinuncio certo alla maratona, credo che la loro mancanza abbia dei validi motivi. Tra l’altro oggi avrò modo di tenere impegnata la mente a “tracciare” il percorso della maratona in itinere. Per questa occasione lascio il circuito della Roncola e correrò al confine tra Treviolo e Bergamo, cercando di creare un percorso di 42195 metri (per la precisione di 42.620, in quanto avrà un aumento dell’ 1%) che non solo transiti su strade sicure e poco trafficate, ma abbia la possibilità di passare accanto a fontanelle che saranno i miei punti di ristoro. Tipica giornata autunnale con il sole che fa risaltare ancor di più i colori variegati delle foglie. Incontro nel mio tragitto vari altri atleti, ma mi sembrano tutti ***ati. Io saluto, magari con un semplice gesto della mano, ma loro proseguono, salvo qualche rarissima eccezione, imperterriti, la loro corsa. Ok, io vado molto più piano di loro, ma in fondo abbiamo tutti la stessa passione, facciamo tutti lo stesso sport. Ok, forse ho capito: per alcuni, se non si raggiungono determinati tempi, non si è degni di un saluto. Una volta non era così … Ecco riaffiorare nella mia memoria il ricordo degli amici che oggi non erano presenti alla partenza. Ricordo che il giorno della gara era sì l’occasione per correre, ma soprattutto era l’occasione per stare assieme. Con molti durante la gara, in quanto il passo era lo stesso. Con William era anche la sua occasione per raccontare delle sue imprese in varie parti del mondo. In altre circostanze condividevo solo un tratto di strada con Roberto e Gaetano, prima che decidessero di impegnarsi per vedere chi di loro tagliava per primo il traguardo. Stare con me era per loro il momento di tirare il fiato prima di un rapido saluto: “Ci vediamo all’arrivo …”. Con Franco, nessun contatto in corsa.
Ci si vedeva alla partenza ed al mio arrivo lui era già sul podio, ma ha sempre tenuto a precisare che non ci sono maratoneti (od atleti) di serie A e di serie B, ma solo atleti. Sono sicuro che tutte le volte che incontrava un altro atleta rispondeva sempre al saluto. L’occasione di condividere la “fatica” e la “gioia”, anche e soprattutto nelle camminate non competitive, nelle quali si cercava di rallentare per stare più tempo assieme, con grandi chiacchierate. Giulio, Angelo, Renzo, Gianfranco, Gianluigi erano gli amici con i quali ho condiviso lunghi tratti di strada. Ho pure condiviso “in assoluto silenzio” tratti di strada con Antonio; in silenzio perché secondo lui “la gara è gara …” e, anche se non condividevo questa sua teoria - la mia è “la gara è divertimento …” - vi era un profondo senso di rispetto delle rispettive idee. Luciano, Mario, Giancarlo, Renzo e Nicola: modi diversi per essere in corsa … senza correre. I primi due erano allenatori, mentre i secondi due erano organizzatori di maratone. Definizioni che secondo me sono riduttive; più che allenatori erano “amici” degli atleti che seguivano, soprattutto Mario, che seguiva il settore giovanile: oltre ai consigli tecnici davano soprattutto buoni consigli. Oggi si tende ad abbinare al concetto di organizzatore il concetto di guadagno. Una volta non era così: il guadagno era la stima degli atleti verso quel tipo di organizzatori, che mettevano in campo la passione e spesso rimettendoci di tasca propria qualche lira. Ecco, sono quasi alla fine della mia maratona ed il pensiero non può che andare alla persona con la quale ho condiviso molte trasferte: Beppe “Inox”. Il ricordo più vivo sta nelle visite che abbiamo fatto con Rossana, a casa sua negli ultimi tempi, quando ormai l’ultimo traguardo era vicino. Nessun accenno alla sua malattia, ma solo argomento riguardanti il suo amato mondo: la maratona. Vedevamo al termine delle nostre visite uno sguardo diverso e più sereno; sono certo che siano state buone medicine. Anche questa volta il ricordo degli amici è stato mio compagno in questa maratona, che ormai è giunta quasi alla fine. Visto il tempo di corsa gli ultimi chilometri me la prendo comoda, alterno corsa e cammino, ma si sa che il diavolo sta nella coda. Controllo il cronometro e vedo che … correndo posso terminare e passare al chilometro in 5h 42’42”. Lo so che non cambierebbe nulla se passassi con qualche secondo in più, ma … posso rinunciare al numero iconico 42? Certo che no! Detto fatto. Come dicevo all’inizio però, la “mia maratona” avrà fine al chilometro 42,620, chiusa con il tempo di 5h 47’38”.
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| Giorgio Garello Foto f. dellapiana 2007 |
Ma cos’è questo brusio che sento provenire dal “Bar Sport … in cielo”? Ma sono i miei amici che stanno tempestando di domande due nuovi arrivati: Paolo (Sottocorona) ed Giorgio (Garello). Ad essere sincero, non ho conosciuto personalmente Paolo, ma era una presenza costante tutte le mattine, quando lo sentivo non solo annunciare le previsioni del tempo, ma anche esprimere con parole semplici e chiare concetti non solo meteorologici ma anche riguardanti fatti di attualità, ultimamente sulle guerre in Ucraina e nella striscia di Gaza. Con Giorgio condivisi anni fa un tratto della sua 24 del Delfino, a Ciserano. In quella occasione io disputavo la maratona, anche allora in solitaria, in quanto la mia ora di partenza era fissata alle 00.00. Fu lui a chiedere se potevo fargli compagnia, non tanto per tirare il passo, ma per tenerlo sveglio, chiacchierando nelle ore che lui definiva “ore degli zombie”, in pratica le ore notturne, ore nelle quali secondo lui si decideva la gara. L’ho rivisto anni più tardi in molti stand, in occasione delle più importanti maratone. Aveva appeso le sue scarpette al chiodo per indossare, collaudandoli, sempre nuovi modelli. Chi chiede a Paolo come saranno le previsioni del tempo in occasione della “Maratona degli angeli”, chi chiede a Giorgio quale sia la nuova scarpa per essere veloci (Franco) e chi quale sia la più indicata per fare una 24 ore (Antonio). Ora capisco il motivo dell’assenza degli amici alla mia partenza. Ho quasi finito il mio ristoro, quando si avvicina a me con una tazza di tè bollente Giovanni. Sembra che oltre ad offrirmi il te mi voglia fare una domanda; spero che non mi chieda di partecipare alla “Mezza sul Brembo”. È vero che nella mia ultima partecipazione ho vinto la targa … per l’ultimo RB arrivato, ma se questa sarà la domanda non potrei dare una risposta certa. “Ciao, Sir Marathon, puoi farmi il favore di portare i miei saluti ad Elena e Rosario …?”. Beh, questo certamente. Mentre sto uscendo, il canale della “TV Chiara”, trasmette la notizia della quinta vittoria del “Giro di Lombardia” di Pogacar, abbinata alla vittoria di Sir Marathon alla “Maratona delle foglie morte”. Particolarità di questa televisione è che fornisce anche notizie in anticipo di un anno. Ecco l’annunciatrice dire: “L’anno prossimo Sir Marathon, conosciuto anche come Lupo Solitario …” Clic! Televisore spento! Che avrà voluto dire? Avrà annunciato la sesta vittoria alla maratona … oppure la sua presenza il prossimo anno davanti a quello schermo?
Il dubbio rimane ...
È la dimensione dell'immaginazione. |
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Non finisci mai di stupirmi. Ciao in abbraccio
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