domenica 22 giugno 2025

Facile come bere un bicchiere d’acqua

È un modo di dire che evoca la semplicità e l'immediatezza di un gesto quotidiano.

Tuttavia, dietro questo semplice atto si celano, molte volte, problemi complessi legati alla mancanza dell'acqua. Se la mancanza d’acqua è dovuta alla natura, l’uomo ha saputo trovare soluzioni; si pensi ai boscimani australiani che riescono a sopravvivere da millenni ai periodi di siccità: hanno trovato sistemi per trovare acqua non solo in lande che sembrano deserte, ma anche utilizzando alcune piante. Nei nostri tempi ed in alcune aree geografiche, però, la mancanza d’acqua è dovuta all’uomo, che usa “la sete” come arma. Due situazioni sono sotto gli occhi di tutti: Ucraina e Striscia di Gaza. Qui la distruzione sistematica di strutture civili, come sono appunto gli acquedotti e le reti idriche (nel caso dell’Ucraina anche si ricorre anche all’incendio di vaste zone coltivate a grano), diventa uno strumento di pressione. In questo caso però assistiamo a due situazioni diverse. Nel primo caso la protezione civile Ucraina, per mezzo di eroici sforzi, riesce in alcuni casi a riparare quanto distrutto e a ripristinare la fornitura e, dove non sono possibili riparazioni, autobotti cercano di alleviare la sete delle popolazioni.

Completamente diversa è la situazione nella Striscia di Gaza. Qui, non solo non si riesce a riparare quanto distrutto, ma neppure a far funzionare, per mancanza di gasolio, quei pochi impianti ancora funzionanti. Ecco quindi che “non è sempre facile bere un bicchiere d’acqua”. La situazione che mi ha colpito è vedere che questa condizione ricade soprattutto sui bambini. Qui da noi, se un bambino ha sete e chiede acqua, basta solo aprire un rubinetto, mettere sotto il bicchiere ed … oplà, si beve. Ok, qualche bambino dirà che l’acqua è troppo fredda o troppo calda, che voleva l’acqua con “le bollicine” e, se offerta questa soluzione, naturalmente la voleva “senza bollicine”. In ogni caso potrà bere il suo bicchiere d’acqua, e magari pure un secondo, senza problemi. Si sa che i bambini sono un po’ volubili, ma ci sono dei limiti. Lo scorso anno ho assistito ad uno scambio di battute tra un ragazzino, di circa 9/10 anni, ed il suo accompagnatore, credo fosse il nonno. Il motivo? La bottiglietta d’acqua offerta non era della “sua marca preferita”! Qui mi sarei aspettato la risposta dell’adulto che spiegava al ragazzino che “l’acqua è acqua”, la marca NON cambia la sua composizione chimica (due atomi di idrogeno e uno di ossigeno: un composto chimico, H2O, la cui semplice formula è quella che tutti impariamo a conoscere sin da bambini). Invece l’adulto si era quasi scusato per la sua “inadempienza”, con la promessa che non si sarebbe più verificata. Inviterei questi due soggetti ad un week-end ora nel luogo dove un presidente vorrebbe fare dei resort (no, non ho sbagliato a non mettere la maiuscola alla citata carica, è voluto). Ecco, è con queste considerazioni che oggi ho “dovuto” correre una mezza maratona. Come più volte ricordato, questo è un blog che parla di corse o più in generale del muoversi a piedi; ecco quindi che la corsa diventa “il pretesto” per aggiungere l’argomento “a piacere” del post. Oggi era prevista una giornata, anche se festiva, senza corsa, in quanto una settimana abbastanza impegnativa come "contadino" consigliava alla mia schiena di riposare. Evabbè, non si rinuncia alla corsa, soprattutto se per un valido motivo. Che la corsa non fosse prevista lo dimostra il fatto che non ho preparato nessun pettorale di gara e nessun tracciato prestabilito. Ma poteva essere questa corsa, una mezza maratona, uguale a tutte le altre?

Certo che no! Ok, non posso accorciare il percorso, mezza maratona = 21,097 km, ma posso correre in “sintonia” con l’argomento del post. Correre senza bere! Per la verità, in occasione delle mie maratone della Memoria, durante lo svolgimento della gara avevo bandito, anche se in pieno inverno, sia le bevande calde sia gli integratori. Oggi correrò (più piano del solito) senza nessun tipo di rifornimento. Partenza tranquilla verso le otto; il temporale di ieri sera ha rinfrescato un po’ l’aria, eppure l’umidità mi fa sudare appena partito. Incontro lungo il mio percorso vari atleti che oggi mi sembra vadano più veloci del solito; in realtà sono io che … vado più lento. Oggi il tempo finale avrà meno valore del solito. La variazione del percorso mi porta, dopo aver attraversato il parco della Trucca, al parco di Loreto, dove il temporale di ieri ha abbattuto qualche pianta. Qui passo accanto a diverse fontanelle, ma, visto che sono all’inizio, mi attraggono, ma non più di tanto. È quando ripasso per la seconda volta al parco della Trucca che sono più volte tentato di fermarmi, se non per bere, almeno per rinfrescarmi. Mi accorgo che ora non sudo più e la mia temperatura corporea è più alta del solito, la bocca asciutta; le labbra iniziano a gonfiarsi e la lingua secca mi dà fastidio. NON cedo alla tentazione. A questo punto mancano circa otto chilometri alla fine. “Il polpaccio duole, l’acqua manca, ma Lupo Solitario anche questa volta NON alza bandiera bianca”. Nella mia testa questo mantra mi accompagnerà fino alla fine. 21° chilometro, riesco pure a correre gli ultimi metri. 3h 06’ 44” dice il mio cronometro! Sono riuscito nel mio intento: per poco, molto poco, ho “sofferto” la sete. Immaginate i bambini che vivono questa situazione per giorni e che per qualcuno saranno i loro ultimi giorni. Pochi minuti e aprirò il rubinetto e potrò bere! Questa è una fortuna che noi non sappiamo di avere!

Pur avendo corso solo una mezza, oggi la mia quota iscrizione sarà quella della maratona, che donerò al CESVI, organizzazione no profit con sede a Bergamo, che opera anche nella striscia di Gaza. Se qualcuno vuole donare … magari rinunciando ad una birra o ad uno spritz, ecco il link!        - Per donare

--- link CESVI per saperne di più ---

P.S. Riporto qui il link che riguarda la notizie sulla “sete” di Gaza, ripreso dal sito di quello che ormai posso considerare compagno di Lupo Solitario: il mio “amico” Leone!

Gaza, l'allarme Unicef: sistemi idrici al collasso, rischio malattie e malnutrizione

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