Quando cinque anni fa
ritirammo la nostra prima credenziale, “il passaporto per
pellegrini”, Elisabetta nel consegnarcela ci diede alcuni consigli.
Uno di questi riguardava i tempi di “entrata” e di “uscita”
dal pellegrinaggio. Ai giorni nostri il pellegrinaggio non inizia
dall'uscio di casa, come avveniva anticamente, ma si raggiunge il
luogo di partenza in poche ore; questo per molti può risultare
traumatico. Il consiglio di Elisabetta consisteva nel prendere
qualche giorno di viaggio per poter entrare piano piano piano nello
spirito pellegrino e poter affrontare la nuova esperienza in modo più
consapevole; identico discorso per il ritorno alla vita normale:
uscire in modo soft per aver la possibilità di interiorizzare quello
che, eventualmente, il cammino ha lasciato dentro di noi. Il primo
anno seguimmo il suo consiglio: viaggio in treno di un paio di
giorni. Nei pellegrinaggi successivi verso Santiago optammo per il
più comodo, e più economico, aereo. A rendere più lungo il rientro
ci ha pensato la camminata che si è disputata a Paladina: la 37a
edizione della “Quater pas per i coi de Brè”.È possibile che una camminata abbia questo potere? Beh, sì, almeno con un po' di fantasia. Lo scorso anno io e Rossana eravamo reduci dal Cammino del Nord e il tracciato della gara era stato variato per una frana e la variazione ci costringeva a percorrere un tratto di ripida salita nel bosco. Ebbene, questo tratto molto impegnativo ricordava molto le caratteristiche del cammino del Nord: salite non lunghe, ma molto ripide. Quest'anno il percorso ritornava alle origini: tolta la salita, anche se nel bosco si passava sempre e... ecco, come per incanto, mi sembrava di ritrovarmi a migliaia di chilometri di distanza... infatti le radici lungo le discese, ma soprattutto i tratti fangosi, ricordavano molto il fondo del Cammino Primitivo. Una sola e sostanziale differenza: qui il fango si poteva evitare passano a lato, mentre sul cammino non vi era questa possibilità, per cui si dovevano percorrere diverse decine di metri nel fango. Fango che si trova in ogni stagione, infatti non è dovuto alla pioggia, bensì all'acqua che sgorga dai diversi punti e non viene canalizzata, in quanto su quei sentieri passano solo pellegrini e … mucche! Ieri un altro motivo ci ha permesso di ritornare indietro di qualche giorno ed idealmente di essere ancora sui cammini. Infatti ho corso (beh, diciamo “corricchiato”) in compagnia di Fausto e “Dove sta la novità?”, direte voi, “Corri sempre in sua compagnia...”. La novità sta nel fatto che anche Fausto era reduce da Santiago; lui ci è arrivato lungo il Cammino Francese e la corsa è servita a scambiarci le nostre esperienze. Ricordare luoghi, rivivere sensazioni, ripercorrere idealmente alcuni tratti dei nostri percorsi e ritrovarsi piano piano... all'arrivo con vecchi amici a cui raccontare tutto questo. Ecco, basta una semplice corsa per rientrare nella vita di tutti i giorni. Il prossimo anno vorremmo fare, con Rossana, il Cammino Potoghese della costa ed un dubbio mi assale fin da ora: come faranno a inserire qualche caratteristica che ricordi questo cammino? Noi abbiamo un anno per prepararci al Cammino; il Gruppo Aido di Sombreno, organizzatore della camminata, un anno per pensarci...
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2014 – Panico
   a Paladina 
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