
Ieri abbiamo corso la
“Marcia per la vita Cento Passi”, che si è disputata a
Romano di Lombardia, organizzata dalla Società Cooperativa Sociale
Gasparina di Sopra, con 6 percorsi per tutti i gusti varianti dai 6
ai 31 chilometri. Anche oggi corsa in compagnia di Dario, che
sfoderava alla partenza un sorriso a trentadue denti, memore della
gara di domenica dove si era piazzato davanti ai due Fausti! Stesso
sfondo di montagne imbiancate dalle neve, solo che non erano le Alpi,
ma le Prealpi Bergamasche e la cima che si stagliava nitida nel cielo
azzurro era il Monte Arera.
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Fantasmi nella notte |
Stesso clima atmosferico: giornata
fredda, ma limpida. Stesso ritmo di gara: lento tendente al fermo.
Stessi discorsi, purtroppo, riguardanti la scomparsa di un amico. Si
solo solo invertite le parti di chi racconta e di chi ascolta. Oggi
sono io che “racconto” Giulio, e Dario ascolta. Solo un rapido
accenno alle cause della prematura dipartita: nessuna lunga malattia,
nessun segno premonitore, solo un ultimo sospiro al bordo di una
piscina. Lo so che nessuna morte può essere definita “bella”, ma
in casi come questi si può definire “serena”: assenza di dolore
e di una lunga degenza, che rende meno amara per gli amici la tragica
notizia. Certo la stessa cosa non si può dire per la famiglia...
Come per Renzo, anche
di Giulio vogliamo solo raccontare “cose di corsa”. Ricordo e
racconto le sue 100 chilometri del Passatore, fatte sia in veste di
atleta che di accompagnatore. Ricordo e racconto la sua 100a
maratona che abbiamo corso assieme un 6 gennaio sul circuito della
Roncola. Ricordo e “vorrei raccontare” il suo ultimo
sogno: quello di correre ancora una volta con i “due Fausti” la
Monza Resegone. Sogno che il fato ha impedito di portare a termine o
meglio solo rimandato. Ora il suo sogno sarà il nostro sogno:
giungere assieme a Capanna Monzesi. “Sì lo so, non è possibile,
direte voi. È possibile, dico io: certo Giulio non sarà presente
fisicamente al nostro fianco sulla salita verso i 1173 metri del
traguardo finale, ma sarà presente nelle nostre menti, ma
soprattutto nei nostri cuori e sono sicuro che fatta l'ultima curva
lo vedremo con la sigaretta in bocca seduto ad aspettarci e sentiremo
la sua voce: “Ve l'avevo detto, ragazzi, che saremmo arrivati
assieme...”.
Ecco fin qui il post
fotocopia, ma se non avesi scritto queste righe mi sarebbe sembrato
di tradire l'amicizia che mi ha legato a Giulio in tutti questi anni.
La temperatura si alza
leggermente, il percorso non è noioso; il fango, data la rigidità
della temperatura, è assente... assente pure il ristoro. È la prima
volta che sento tutti i podisti lamentarsi, e devo dire a ragione;
infatti devono passare 12 chilometri per trovarne uno. Beh,
mettiamola così: meno ristori meno tempo perso e quindi prima a
casa. Dopo aver mugugnato un po' ed avere bevuto una bevanda calda, i
podisti riprendono la loro corsa senza particolari problemi. Verso
fine gara una gradita sorpresa: Bruno mi sorpassa di gran carriera. È
un piacere rivederlo in una gara, spero vivamente che i suoi problemi
siano ormai acqua passata. Per stare con lui aumento leggermente il
passo e … lascio dietro Dario. Non mi sembra giusto, visto che fino
ad allora era lui che teneva il passo. Arrivato in compagnia del
redivivo Bruno all'ultimo chilometro, faccio dietro front e recupero
Dario. Arriviamo assieme... qui non c'era il pettorale di gara! So
già che la prossima volta sarò dietro... o forse no!
Come ultima
annotazione, segnalo che oggi, a differenza del solito, ho preso il
cartellino con il premio. Per questo fatto qualcuno mi ha fatto
rilevare che “Non ne valeva la pena, in quanto il premio era
solo mezzo chilo di pasta...”. Beh, su questo non sono
assolutamente d'accordo: sarà pure solo mezzo chilo, ma è pasta
“LIBERA” e la libertà non ha prezzo!
E poi si fa presto a
dire pasta. “Durante la cottura la pasta Libera Terra richiede
una dedizione ed una passione almeno pari a quelle della sua
produzione. Non lasciarla mai sola. Seguine l'evoluzione durante la
cottura, assaggiala e servila al dente ...” (tratto dalla
confezione di pasta). Più che istruzioni per la cottura sembrano
quasi una poesia, una poesia che fa riflettere: non dobbiamo lasciare
soli, dobbiamo seguire e “servire” chi lotta, molte volte con il
rischio della vita, contro la mafia.
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Un attimo di respiro per la foto |
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