Compito
difficile ieri scrivere un post sulla 15a edizione della
Maratona di Padova, forse più
conosciuta come “Maratona di S. Antonio”. Avendo
partecipato a tutte le edizioni, trovare nuovi argomenti diventa
sempre più difficoltoso, come sempre più difficoltoso (per me)
è correre la maratona. Ma per ora, visto che non è ancora giunto il
momento di appendere le scarpe al chiodo, anche l'abbandono della
tastiera è ancora lontano. Non avendo trovato nessun argomento degno
di essere sviluppato, ho pensato di commentare l'evento di ieri in
tante... pillole. Pillole che magari possono essere utili
per “guarire” alcune malattie che affliggono alcune maratone che
si credono “grandi”!
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Tricolori.
Una piacevole sorpresa. Mai visti tanti tricolori lungo il percorso
di gara di una maratona. Non a Torino, Firenze e Roma, che furono
capitali d'Italia. Non a Reggio Emilia, dove è nato il tricolore.
Non a Milano, che l'anno prossimo vuole essere la città italiana
centro del mondo.
Spugnaggi.
Ecco come devono essere gestiti gli spugnaggi. Innanzi tutto avere le
spugne. Cosa normale, direte voi! Forse, ma per qualche maratona non è
proprio così! Sì, mi riferisco alla MilanoCityMarathon, dove negli
ultimi due spugnaggi le spugne erano solo un miraggio, almeno per un
terzo dei partecipanti. Non solo, ma nella maratona di Padova solerti
addetti provvedevano a togliere le spugne usate dal percorso di gara;
questo per evitare intralci alla corsa degli atleti. Un bravo a tutti
gli addetti.
PaceMaker.
Qui mi riferisco a quelli delle 4h30', avendo corso buona parte del percorso al
loro fianco. Il gruppo era esiguo, oltre ai due “pacer” solo due
o tre atleti facevano parte del gruppo. Passo regolare, ma … nessun
rallentamento ai ristori per cui il gruppetto si sfilacciava sempre.
Chi rimaneva attardato faticava molto per recuperare. Ricompattato il
gruppo... ecco un nuovo ristoro, per cui tutto da rifare. Beh, tutto
regolare (forse): l'obiettivo era portare con passo costante gli
atleti al traguardo nel tempo previsto. Dopo il 35° chilometro i
“pacer” si allontanavano, per cui pensavo di terminare molto dopo
le 4h30', ma ad un chilometro dalla fine un mio amico mi incitava
indicando un tempo finale sotto quel tempo. Ma come sarebbe stato
possibile? Ero distaccato quasi 5 minuti dai pacer. Ma prima
dell'ultima curva eccoli lì fermi, per far passare il tempo! Li ho
lasciati sul posto ed ho terminato pochi secondi dopo il tempo
fissato. Lascio il giudizio a voi!
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| Ecco trovato il posto giusto! | 
Gradito
incontro. Ho corso due terzi della gara con Gianfranco, un mio
amico di Roma che non vedevo da anni. Correva per il gruppo sportivo
di Giorgio Calcaterra, di cui è molto amico. Tra una chiacchiera e
l'altra, mi ha informato sulle condizioni di Giorgio, a cui faccio i
miei migliori auguri. 
Dopo
essere passato sotto molti tricolori, aver  corso a fianco dei pacer,
utilizzato spugne asciutte per asciugarmi un po' dalla pioggia e
chiacchierato con Gianfranco, eccomi finalmente con il numero 195 tagliare
il traguardo! 
La mia 15a maratona di Padova è conclusa.
La mia 15a maratona di Padova è conclusa.
Appuntamento
al 2015!
Post
collegati.
(2013) - Maratona di Padova: un“trip” tra i “top”
(2012) - Maratona di Sant’Antonio: vecchi ricordi e nuove emozioni
©
Foto Fausto Dellapiana 2014



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