Tutto è stato
preparato al meglio; si tratta solo di iniziare la gara.
Quando si dice: “Oggi
corro la maratona in casa”, fino ad ora si intendeva correre
una maratona nella propria città, al limite nella propria provincia
e questo con tutti i vantaggi del caso: limitare gli spostamenti,
ridurre le spese di trasferta, essere presto a casa dalla famiglia,
ma mai come in questa “competizione” il significato è più
azzeccato. Infatti la distanza dalla porta di casa (mia) alla linea
di partenza è poco più di … un metro.
Nessuna difficoltà a
posizionarmi nella griglia di partenza, e non nelle ultime posizioni
come faccio di solito (la mia filosofia: più sono posizionato nelle
posizioni arretrate e … meno atleti mi superano in gara). Sono in
prima fila!
Giorno 1. Sabato 21
marzo – ore 9.19. Partenza! L'inizio della gara non è dato dal
solito colpo di pistola, ma lo starter è Tommaso, che dal
telefonino, scandisce gli ultimi secondi del count-down : “Tre …
due … uno, via!”. I primi giri sono di studio del percorso.
Curva di qua, curva di là: non si ha certo il tempo di lanciare
l'andatura, come direbbero gli atleti più evoluti, quelli che
corrono con diavolerie elettroniche che misurano praticamente tutto
(battito cardiaco, velocità, calorie consumate, etc. etc.). Io oggi
eccezionalmente corro con il cronometro al polso, ma questo alla fine
non mi sarà certo di aiuto. Nei primi giri ho qualche difficoltà
con il sistema di rilevazioni giri (Chick peas Transfer): prendere un
solo chick peas è abbastanza difficoltoso e si corre il rischio di
rovesciare i “dati” contenuti nel Transponder 1. Ma i progettisti
del sistema hanno fatto un buon lavoro e mi confermano che il
Transpoder 2 rileva solo i dati “a contatto” e quindi è
possibile prelevare una quantità maggiore di “dati” e
depositarne uno solo! Bel lavoro quello fatta dalla ditta OL-DA. Dopo
una cinquantina di giri, prese le adeguate misure, mi sembra che
tutto funzioni bene e le gambe, anche se sollecitate in modo anomalo,
non danno particolari problemi. Non dovendo pensare più alla corsa,
avendo impostato la gara come pensato a tavolino, cioè prendere il
comando e poi controllare di non essere sorpassato da altri, la mente
è libera di “vagare”. Spesso, correndo la maratona, per non
pensare alla gara, ai chilometri fatti a quelli che mi separano dal
traguardo … ai piccoli dolori fisici, lascio spazio ai miei
pensieri. In questo caso i pensieri, i ragionamenti interiori, sono
rivolti ad una sola cosa: “Quello che sto facendo è una cosa
giusta? Lo faccio per mettermi in mostra?”. Passano i giri e
mentre corro cerco di darmi delle risposte. “Mettermi in
mostra?. Certo che no,
nessuno, a parte i parenti ed una ristretta cerchia di amici sa
quello che sto facendo. Nessuna diretta sui social; farò il
resoconto della “Crazy Marathon” solo alla sua conclusione. Beh,
in quei momenti non ero certo dell'esito positivo. Ora, visto che
scrivo …! “Faccio la cosa giusta?”.
È certamente vero che in questi tragici momenti ci sono persone che
soffrono per la perdita di parenti cari, che medici ed infermieri
stanno facendo molto più del loro lavoro, che molti volontari danno
una mano costruendo ospedali o facendo del volontariato attivo, ma è
anche vero che, come dice il nostro Presidente Sergio Mattarella,
l'Italia deve vincere questa battaglia … forse guerra è il termine
più appropriato. Quindi sì
ai canti sui balconi, alle trasmissioni di canzoni a reti
radiofoniche unificate e perché no a maratone corse in
assoluta sicurezza e nel pieno rispetto delle recenti norme emanate.
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Giorno 2.
Domenica 22 marzo. Giornata nuvolosa
e fredda. Le notizie che giungono dalla vicina Brescia sono
sconfortanti: contagi e morti sono in forte aumento, tanto che le
cifre stanno rapidamente raggiungendo quelle di Bergamo! No, cugini
Bresciani, così NON si fa, non si deve fare. Fermatevi, lasciate
questo tragico primato ad altri. Ho molti amici Bresciani, parecchi
dei quali sono miei compagni di maratone. Per questo dedico questa
seconda mia “fatica” a loro e che valga anche per loro il motto
dei bergamaschi “Brescia, mola mia!”.
Ore 9.19.
partenza. Oggi lo starter di partenza è Oliver, che dall'altra
sponda della Manica fa il suo count-down: “Tre... due … uno.
Nonno, via!” (in questo caso noterete che il via è pure
personalizzato). La gara ha lo stesso svolgimento del giorno
precedente. Partenza in testa e mantenimento della posizione fino
alla fine. Oggi, a differenza di ieri, corro senza cronometro. Il
tempo sarà scandito dai rintocchi orari delle campane del campanile.
Tutto sembra procedere per il meglio (beh, a parte il dolore alle
gambe, ma un maratoneta, soprattutto se “volontario”, non si
lamenta). Quando tutto sembra procedere per il meglio, un guasto al
passaggio di “dati” tra Transponder1 e Transponder2, per perdita
di dati! 225 sono presenti all'inizio della gara nel primo, 225
DEVONO essere presenti alla fine nel secondo. L'anomalia viene quasi
subito eliminata con l'aggiunta di un “Refilll box”, posto
accanto al Transponder1: da questo si dovranno prelevare i dati persi
per non perdere la sincronia.
Oggi, a differenza di
ieri, le tribune sono affollate, ma noto subito che fanno un silenzio
assordante, forse per non disturbare, rendendosi conto della
difficile situazione. Penso che sia meglio avere un pubblico
silenzioso che non avere nessun pubblico. Mi sembra di conoscere
tutte le persone del pubblico, ma forse è solo una mia impressione.
Un grazie per la loro presenza.
223, 224, 225! seconda
tappa terminata: tempo 2h 06' 01”.
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Giorno 3.
Lunedì 22 marzo Giornata
nera con minaccia di pioggia; sarebbe quasi un dramma se dovesse
essere così. Oggi l'attenzione è rivolta a tutti coloro che non ci
sono più, a quelli che ci hanno preceduto: “soli” nel più
assoluto abbandono, certo non per
volontà dei loro cari, ma
per la situazione oggettiva. In loro memoria ho pensato bene di
correre in “nero”, lasciando per una volta la divisa dei Runners
Bergamo nel cassetto. Non mi
vergogno a dirlo, ma in più di un'occasione
durante la gara di oggi, pensando a loro, mi sono sudati gli occhi!
Ore 9.19.
Partenza- Starter di oggi David, il nipotino più grande, anche lui
residente in Gran Bretagna “Tre
… due … uno, via!”.
Oggi la “gara”
termina. Anche oggi in testa dall'inizio alla fine. Ormai sono certo
che la vittoria non mi potrà sfuggire. Unica
mia preoccupazione è
quella di portare a termine la maratona. Oggi, a causa del tempo
molto inclemente, le tribune sono deserte. Unico mio spettatore è un
merlo che, impaziente, non vede
l'ora che termini questa mia pazzia per poter tranquillamente beccare
il mangime che giornalmente gli fornisco. Oggi tutto ha funzionato
per il meglio, per cui non
mi dilungo oltre nel descrivere la gara.
Ore
11.23.18 taglio il traguardo: miss ad attendermi (?) con i fiori e
medaglia, naturalmente tutto secondo le regole.
Pazzia
terminata in 6h 13' 58".
Distanza: 42.195 metri
dislivello positivo: +209,25 metri - dislivello negativo -209,25 metri
Totale curve( di vario raggio): 4.725, di cui 2.700 a destra e 2.025 a sinistra.
Distanza: 42.195 metri
dislivello positivo: +209,25 metri - dislivello negativo -209,25 metri
Totale curve( di vario raggio): 4.725, di cui 2.700 a destra e 2.025 a sinistra.
Uhmmm … siamo sicuri che sia l'ultima pazzia?
“Berghem
Mola mia”
Ed a proposito di non mollare mai guardate questo video, questo è il vero spirito di un "MARATONETA"!
Grande Fausto!!! Non avevo dubbi che Sir Marathon ve l'avrebbe fatta!!! Tutto compliance al DL Cura Italia e successivi!!! Un abbraccio!!!
RispondiEliminaGrandissimo Fausto !
RispondiEliminaQuando uno è grande non bisogna meravigliarsi complimenti x l'ennesima impresa.Ciao fausto
RispondiEliminaBravo Fausto, è una cosa bellissima questa, un esempio di positività che dà tanta CARICA a tutti, bravo bravo bravo
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